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Noi due

Noi due

Jekyll: Non ho molto tempo. Lo so che devo sbrigarmi. Perché  tu non m'aspetterai. Il ritardo non è consentito. E neanche pensare al ritardo è consentito.

Hyde: Ma perché parli, perché sciupi la potenza dell'istante?

Jekyll:  So, o devo credere di sapere, che presto ti perderò. Allora, fingerò di non averti mai visto, mai conosciuto.

Hyde:  E io uscirò in fretta dalla tua vita e non ti saluterò.

Jekyll:  Senti un po', quello che conta nella vita è la vita, questo almeno dovresti saperlo.

Hyde:  Sì, ma è solo che adesso sono io che mi ritrovo con una memoria fredda come un cadavere.

Jekyll:  Ho ricopiato una parte di me. Ma senza sapere dove andare, questo è il punto. C'è da dire che l'ho fatto con la più assoluta buona fede, non col senso drammatico del disfare.

Hyde:  E invece forse stavi andando proprio alla ricerca del nulla. O era autocompiacimento?

Jekyll:  Basta così. Ciò che più mi piace di me, adesso, lo ricostruirò da solo.

Hyde:  E se fosse troppo tardi, se non ci fosse più tempo?

Jekyll:  Farò a meno di te. M'accontenterò dei ricordi. Li accenderò e li spegnerò, i ricordi, come se fossero delle lampadine che alla fine scoppiano e si riducono in mille frammenti. E il milione di frammenti che sarò diventato sarà uguale al milione di desideri che mi hanno permesso di esistere, aggirando la persecuzione del tempo e le sue triviali tentazioni.

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