Lei raccontava tutto. Così bene
che lui nelle storie illuminate
dalle parole di lei diventava un altro.
Le lancette capovolgevano l'assoluto
e cambiavano gli autori di ogni racconto
in protagonisti. Il ragazzo evocato
si poneva le stesse domande del vecchio,
dimenticava la dentiera in un angolo
della vita e giocava con un mondo
diverso, un mondo in cui cento anni
trascorsi erano da trascorrere. E lei,
la ragazza della scrittura, accompagnava
il tempo in soffitta e lì lo conservava
come una delicata ragnatela distratta.
Attraverso il ritorno vivevano l'abbandono.
Voci cullate dalle voci della pioggia
che bagna la notte.