Alle volte il poeta si comporta come se fosse una persona qualunque. Si ubriaca e va in giro di notte come se la notte non esistesse. Oppure s'innamora di un'ombra che vibra, vola e che non vola. Salta a cavallo della freccia di Zenone. Ma la freccia non colpisce mai il bersaglio. Il poeta allora trattiene il fiato e si lascia cadere nelle acque gelate di un solo istante. Diventa l'inchiostro che scorre nelle vene di uno scrittore. Oppure si sveglia di notte e tremante prende il coltello in mano e comincia a minacciare il buio. Non ti sbudello perché mi fai pena, grida. Ma la verità è che ha paura. Ha paura di un'ora, di un anno, della morte. Lo spaventa la danza immobile del divenire. La certezza che tutto ciò che siamo se chiude gli occhi non esiste più.