Un tre è un tre. Non te ne puoi fare niente. Nel senso che da un numero non puoi ottenere altro che un numero. Da un verso, invece, no. Un verso ti può dare molto più di un verso. Prendi "La morte si sconta vivendo" di Ungaretti. È chi resta vivo che deve fare i conti con la morte. La morte riguarda solo chi è vivo. D'accordo. Ma "La morte si sconta vivendo" ci dice molto di più. Ci dice che la poesia (non i numeri) riguarda solo chi è posseduto dall'esistenza, chi ha occhi che non vedono ciò che vedono. Il trucco è semplice, ci dice, basta fare scivolare nella manica il particolare e l'universale. Il poeta, insomma, si siede al tavolo da gioco come l'ennesimo prigioniero condannato alla fucilazione. Il poeta bara. Vuole perdere tutto. E il plotone d'esecuzione comincia a sparare.
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