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Telefono fisso... utenti fatti fessi

Telefono fisso... utenti fatti fessi

Il destino del telefono fisso è segnato: il futuro è sempre più “nomade” e le vecchie scatolette sul comodino con la rondella o i tasti alfanumerici sono roba da modernariato. Secondo le statistiche elaborate da GfK, oggi il telefono fisso è nelle case del 64,2% degli italiani, mentre vent’anni fa la percentuale era intorno al 95%.

Un crepuscolo, quello della “cornetta”, che si sta trasformando negli ultimi anni in dolorosa e cavalcante agonia. La causa? Anche l’arrembaggio quotidiano di scriteriate compagnie che affidano ai call center disseminati negli angoli più remoti del mondo (con milioni di operatori sfruttati e mal retribuiti) il compito di bersagliare gli utenti con centinaia di chiamate ogni mese.

Nell’era dei social, degli smartphone, dell’instant messaging e della tv on demand, capita ancora che quell’apparecchio obsoleto si metta a strillare nei momenti meno opportuni. Dall’altro lato del cavo risponde un “provetto venditore” esperto di “strategie motivazionali”, spesso con accento esotico, per lo più dal tono deciso ma gentile.

A volte però l’atteggiamento del seccatore è talmente frettoloso e sgarbato che alla “vittima” di turno non resta altro che interrompere bruscamente l’inappellabile e snervante soliloquio.

Uno strazio che si riesce a evitare soltanto utilizzando il filtro della segreteria telefonica o, meglio, lasciando squillare a vuoto?

Neanche i limiti fissati dal Garante per la Privacy sono serviti a scoraggiare le oltre 500 agguerritissime aziende del settore, molte delle quali pronte a tutto pur di convincerti che non puoi farti sfuggire l’offerta più vantaggiosa della tua vita!

Il risultato? Decine di migliaia di istruttorie in corso contro gli artefici di quello che è finalmente riconosciuto come “stalking telefonico”.

Ma c’è la speranza di tirarsi fuori dall’incubo del telemarketing iscrivendosi al Registro delle Opposizioni. Facile più a dirsi che a farsi: sono milioni gli italiani che ci hanno provato invano compilando i complicatissimi moduli online.

Quel percorso a ostacoli si conclude per lo più con l’amara rassegnazione che, non essendo il proprio numero inserito negli elenchi, non si potrà essere annoverati nella schiera eletta degli immuni da telefonata selvaggia. Ma non bisogna mai demordere.

Per interrompere l’incantesimo si può passare al “contrattacco” ricorrendo pure ai (fantomatici?) diritti previsti dal Codice della privacy. Chiedendo, ad esempio, direttamente al tizio che ci ha contattati chi sia il “titolare del trattamento”, come abbia avuto i nostri riferimenti ed eventualmente pretendere la cancellazione del nostro nome dal “libro nero” dei rompiballe.

Neanche questo tentativo è servito? Niente paura. Il tema è stato approfondito in un breve quanto indispensabile “manuale di autodifesa ”.

Se vi interessa inviateci il vostro recapito telefonico… Il prezzo è modico. Sarete contattati dal nostro call center di Katmandu.

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