Nella bolgia dei social network non esiste il dubbio. E’ come se non ci fosse più lo spazio del confronto. La stessa lapidaria certezza delle religioni rivelate, dove il dogma esclude sfumature e ambivalenze. Regole rigide che si ripetono anche nella cultura militare: in guerra il dialogo equivale a una pavida resa al nemico. Così, emulando un comico che diventa politico o un politico che vuol essere comico, tutti i “post” sono iperboli, battute di spirito, sentenze definitive.
La contrapposizione tra il bianco e il nero si dissolve in grigiore, escludendo tutti gli altri colori e le loro infinite variazioni. Un referendum al quale rispondere sì o no, schierandosi orgogliosamente anche senza averne colto appieno il contenuto e le istanze.
Come se questa dicotomia (o manicheismo, se preferite) sia già nell’essenza stessa del digitale e gran parte dell’umanità si sia imbucata in un cieco… codice binario.