Si è svolta al Duomo di Barcellona Pozzo di Gotto la messa in ricordo del giornalista Beppe Alfano, celebrata da don Luigi Ciotti, presidente dell'associazione Libera. A seguire la cerimonia di intitolazione di Piazza Trento ad Alfano, ucciso 20 anni fa dalla mafia. Nel pomeriggio al Palacattafi le iniziative per l'anniversario, con un convegno su "l'omicidio Alfano, 20 anni per la verità", al quale hanno partecipato Sonia Alfano, presidente della commissione parlamentare antimafia europea e figlia del giornalista ucciso e tantissimi ospiti.
Le cinque ragazze dell’Istituto professionale “Mor - villo Falcone” di Brindisi, Sabrina, Azzurra, Veronica, Selena e Vanessa, sopravvissute al tragico attentato dello scorso 19 maggio in cui perse la vita la sedicenne Melissa Bassi, ieri assieme ai tanti familiari delle vittime di mafia presenti sul parterre del PalAlberti, hanno portato la loro testimonianza di speranza ai tanti giovani che affollavano gli spalti durante l’incontro sul tema “La mafia odia la cultura: legalità e scuola per un futuro migliore.” Con la loro presenza alla commemorazione per il ventennale dell’omicidio di Beppe Alfano, le cinque studentesse che hanno ricevuto gli omaggi di Sonia Alfano, del sindaco Maria Teresa Collica e del collega di Capo d’Orlando, Enzo Sindoni, che ha regalato alle ragazze gli orologi «per scandire le ore belle della vita» invitandole a tornare in Sicilia, hanno voluto dedicare la giornata vissuta a Barcellona nel giorno della memoria per Beppe Alfano, alla compagna Melissa che «è nei nostri cuori». Ad accogliere gli studenti il sindaco Collica, assieme al prefetto Stefano Trotta, al questore Carmelo Gugliotta ed al comandante provinciale dei carabinieri col. Stefano Spagnol ed al tenente della Guardia di finanza Irene Furlan, oltre alla delegazione europea dei vertici investigativi di polizia. L’assessore regionale all’Istruzione Nelli Scilabra ha detto agli studenti, discostandosi dai proclami politici del passato che inneggiavano al futuro, che «il presente siete voi». Subito dopo Stefania Petix che assieme a Pif delle Inee ha coordinato gli in terventi e dialogato con i giovani, ha introdotto il sostituto procuratore di Agrigento Salvatore Vella a cui da ieri è stata revocata la tutela personale da parte del ministero dell’Interno, il quale rivolgendo ai ragazzi ha detto che «la speranza – come scriveva Sant’Agostino –è figlia del coraggio e della rabbia». Subito dopo sono intervenuti Salvatore Calleri, presidente della Fondazione Caponnetto ed coniugi Agostino, il cui figlio, l’agente Agostino e la sua moglie, furono uccisi nell’estate del 1989 all’indomani dell’attentato all’Addaura e che da oltre 23 anni chiedono verità e giustizia sulla morte del figlio che ebbe il “torto” di sventare l’attentato a Falcone, scoprendo per tempo la borsa con i 58 candelotti di dinamite lasciati sugli scogli.
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