Omicidio con rapina aGiammoro, piccolo centro tirrenico a due passi da Milazzo. Un’anziana donna di 87 anni è stata trovata morta sul letto di casa, imbavagliata e legata. Si chiamava Caterina Basile e viveva da sola al civico 105 di via Nazionale, la strada principale della popolosa frazione appartenente al comune di Pace del Mela. A trovare il corpo è stato il nipote che assieme ad un amico preoccupato per il fatto che ieri mattina la zia non gli rispondesse al telefono ha raggiunto l’abitazione e con una scala è salito sino al balcone del primo piano riuscendo poi ad accedervi da una finestra. Davanti l’uomo si è trovato una scena raccapricciante: l’anziana giaceva immobile, priva di vita sul letto della propria camera, a quanto pare era ancora vestita e aveva mani e piedi legati in modo separato. Le altre stanze totalmente a soqquadro. Ripresosi dallo choc l’uomo ha fatto scattare l’allarme e sul posto nel giro di pochi minuti sono giunti i carabinieri della compagnia di Milazzo agli ordini del capitano Antonio Ruotolo, i militari della locale stazione, i colleghi del Ris di Messina con un laboratorio mobile dotato delle ultime apparecchiature per effettuare i primi rilievi e scandagliare palmo a palmo l'intera abitazione al fine di cercare ogni minima traccia per arrivare alla verità di un omicidio tanto efferato quanto avvolto da tanti misteri. Sul posto anche il procuratore di Barcellona, Francesco Massara, il comandante provinciale dei carabinieri di Messina, colonnello Stefano Spagnol e il comandante del reparto investigativo di Messina, tenente colonnello Roberto Lerario. L’area è stata subito interdetta ai curiosi che nel frattempo si sono radunati quando nel piccolo centro si è diffusa la notizia di quanto accaduto. Gli specialisti del Ris sono rimasti all’interno della casa per l’intera giornata e con loro anche il medico legale Elvira Ventura Spagnolo. Bocche cucite da parte degli inquirenti sia sulle cause del decesso (asfissia? strangolamento? malore?) sia sulla stessa ricostruzione dell’accaduto, quasi certamente una rapina finita in tragedia. Indagini insomma a 360 gradi senza escludere nulla e impegno massimo con il supporto delle nuove tecnologie per risalire agli autori. Per il momento dunque spazio alle ipotesi e la più verosimile appare quella che la donna abbia pagato con la vita il fatto di aver probabilmente riconosciuto il suo (o i suoi, ad agire potrebbero essere state due persone) carnefice. Pur avanti con gli anni, Caterina Basile, esile di corporatura e molto magra, era – così è stata descritta – un persona ancora lucida, autosufficiente che si vedeva spesso in paese. Usciva la mattina in prevalenza. Forse i malviventi conoscevano le sue abitudini e hanno approfittato dell’oscurità per entrare in azione, certi che in quella casa magari custodisse denaro e preziosi. Era ormai pensionata, ma in passato aveva gestito assieme alla famiglia un oleificio proprio a Giammoro, a due passi da casa, chiuso da decenni. I balordi – sempre secondo una prima ricostruzione – potrebbero essere entrati da una finestra del retro magari convinti che la donna stesse già dormendo. Invece la signora Basile era ancora in piedi – pare che indossasse ancora i vestiti e non il pigiama e la tavola era ancora apparecchiata) e quindi probabilmente ha riconosciuto i ladri. Ha forse urlato per richiamare l’attenzione del vicinato, ha forse cercato, spinta dalla disperazione, di reagire, nonostante l’età, ma con inaudita violenza i delinquenti l’hanno immobilizzata legandola al letto e poi provvedendo senza alcuna pietà ad imbavagliarla. Se sia stata anche soffocata, se sia stata percossa o abbia subito violenza, lo dirà l’autopsia. Di certo il suo cuore si è fermato. Nel frattempo incuranti di tutto i balordi avrebbero iniziato a rovistare nei cassetti e ovunque alla ricerca di soldi e preziosi. Forse hanno preso qualcosa e si sono dati alla fuga. I carabinieri stanno verificando – anche con l’aiuto dei parenti - cosa sia stato asportato (soldi, oro) in questa notte di terrore sfociata in tragedia.