A San Ferdinando, nel giorno della mobilitazione decisa dopo l'omicidio di Soumaila Sacko, migrante maliano di 29 anni, e il ferimento di altri due connazionali sorpresi a raccogliere lamiere in una vecchia fabbrica poco distante, l'area che ospita la vecchia e la nuova tendopoli è presidiata dalle forze di polizia. Un gruppo di una trentina di maliani che vivono nella vecchia tendopoli di San Ferdinando, si sono messi in marcia per raggiungere il municipio di San Ferdinando per incontrare un rappresentante istituzionale o un rappresentante della Giunta comunale che guida l'Ente dal 2016. Il corteo è stato autorizzato dalle forze dell'ordine che stanno seguendo i manifestanti.
Per le prossime ore il sindacato Usb, di cui faceva parte il giovane ucciso, ha indetto un'assemblea.
Intanto proseguono senza sosta le indagini dei carabinieri. I carabinieri sin dalla notte tra sabato e domenica stanno eseguendo perquisizioni in tutta l'area alla ricerca della Fiat Panda bianca vecchio modello, a bordo della quale - secondo il racconto dei due feriti - è giunto l'uomo, di carnagione chiara che ha sparato quattro colpi di fucile caricato a pallettoni contro i tre migranti. Gli investigatori, coordinati dalla Procura della Repubblica, avrebbero imboccato una pista precisa per individuare l'autore. I carabinieri hanno anche sentito alcune persone alla ricerca di indizi. Dopo essere stati feriti lievemente dai colpi, i due sopravvissuti hanno dato l'allarme, ma non avendo telefoni cellulari sono tornati a piedi a Rosarno (Reggio Calabria), distante una decina di chilometri da San Calogero, dove si sono recati dai carabinieri. I militari si sono recati quindi sul posto facendo intervenire il 118 che ha soccorso Sacko portandolo nell'ospedale di Reggio Calabria dove però è morto per una ferita alla testa.
Caricamento commenti
Commenta la notizia