La mattanza dei cantieri in Qatar: più di 6500 operai morti “in nome” dei Mondiali di calcio FOTO
"Più di 6.500 lavoratori morti ed oltre 30mila feriti nei cantieri": così recitano diversi manifesti color porpora 6x3 apparsi a Pescara. Sono opera di Alessio Sarra, imprenditore, consulente immobiliare e creativo Alessio Sarra, e rappresentano una delle prime iniziative contro i Mondiali di calcio nel Qatar. La Coppa del Mondo di calcio «non può macchiarsi di questi crimini e i brand, oltre che la società civile, non possono non schierarsi», dice Sarra, che, lanciando la campagna, si dichiara «orgogliosamente anti-sponsor della competizione». L’operazione di Sarra fa seguito all’inchiesta giornalistica del The Guardian, e all’iniziativa di un brand di birre scozzese che si è proclamato anti-sponsor e alle denunce che da più parti si sono sollevate per protestare contro il Paese e la Fifa che in questo modo «calpestano i diritti umani». Secondo il quotidiano britannico, oltre 6.500 lavoratori migranti provenienti da India, Pakistan, Nepal, Bangladesh e Sri Lanka sono morti in Qatar da quando, dieci anni fa, fu ufficializzato che il Paese mediorientale avrebbe ospitato il campionato mondiale. Nell’ultimo decennio il Qatar ha intrapreso un programma di lavori pubblici senza precedenti, in gran parte proprio in vista della Coppa del Mondo. Oltre a sette nuovi stadi, sono stati realizzati un nuovo aeroporto, strade, sistemi di trasporto pubblico, hotel e una nuova città, che ospiterà la finale. «Sto facendo la mia piccolissima parte per aumentare la consapevolezza - afferma Alessio Sarra - In Italia e in Europa gli imprenditori legati ai cantieri, contesto che conosco bene, sono giustamente vincolati a importanti linee guida che andrebbero sicuramente perfezionate, ma che al contempo sono anni luce avanti rispetto al Qatar. Non ha senso assegnare una competizione cosi importante ad un Paese non pronto sotto questo punto di vista. Impensabile che la Fifa non abbia sorvegliato e non si sia adoperata per rimediare. I tifosi, la società civile e i brand - conclude l’imprenditore pescarese - dovrebbero prendere posizione prima del calcio d’inizio». Foto ripresa dal profilo social di Alessio Sarra