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Caso Portanova: “Soffro per ciò che leggo, non ho stuprato nessuno. Ho le prove”

"Il mio e il nostro silenzio è durato troppo. Ogni giorni mi chiedo perché e successo tutto questo. Soffro per quello che leggo e sento e per tutte le persone che sono state travolte da questa vicenda". Così, in conferenza stampa, il calciatore del Genoa Manolo Portanova, figlio dell’ex calciatore Daniele, condannato recentemente a sei anni di reclusione per violenza sessuale. "Fino a poche settimane fa il mio unico sfogo era indossare la maglietta più bella del mondo, sia per me che per mio padre. Adesso sto rinunciando al sogno che avevo fin da quando ero bambino. Avrei il diritto di giocare ma purtroppo questa vicenda non è solo cosa di tribunale ma è diventata mediatica. Non porterò avanti ipotesi ma prove. Prove che non sono state valutate", ha aggiunto il calciatore, ventiduenne, condannato in primo grado ma pronto alla "battaglia legale" in appello ed eventualmente in cassazione.

La difesa di Papa Daniele

«Il nostro silenzio ha difeso anche la ragazza e lo dico da padre. Perché con mia moglie abbiamo educato nostro figlio in un certo modo e con dei valori e se veramente avesse fatto le cose di cui è accusato e per le quali è stato condannato mi sarei fatto giustizia io da solo con la stessa grinta con cui lo sto difendendo». Lo ha detto Daniele Portanova, ex calciatore di Genoa, Napoli, Bologna e Siena e padre di Manolo, calciatore del Genoa, condannato per violenza sessuale di gruppo a sei anni. «Siamo qui solo per ribadire che mio figlio sta soffrendo per non poter giocare e questa è l’unica cosa che gli interessa.
Vorrei anzi ringraziare il club, che sta lottando per salire in A, che gli è stato vicino e che lo sta aspettando e gli ha sempre creduto. Capisco però anche la loro situazione per quanto accaduto dopo la condanna e mi metto nei loro panni per il finimondo mediatico che ne è seguito. Perché Manolo anche se è solo al primo grado di giudizio è già stato condannato a livello mediatico come uno stupratore. Ma la gente deve sapere come sono andate le cose», ha concluso

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