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A Venezia la madre Penelope Cruz e l'esordiente Elodie, è sfilata di bellissime

Donne infelici e complici, donne in lotta, donne non madri, il quinto giorno di Venezia 79 è per grandi ritratti femminili e sul red carpet sono le attrici a dare il senso della giornata. Penelope Cruz, mamma ne L'IMMENSITÀ di Emanuele Crialese in concorso, Elodie attrice debuttante nel western del Gargano TI MANGIO IL CUORE di Pippo Mezzapesa (Orizzonti), Virginie Efira materna con I FIGLI DEGLI ALTRI di Rebecca Zlotowski (in concorso) e Sadie Sink, la figlia ribelle di THE WHALE di Darren Aronfsky (in concorso).

Davanti al Palazzo del cinema c'è la folla delle grandi attese, giovanissimi dalle 9 di mattina stazionano per non perdere il posto in prima fila e veder passare Sadie Sink: ha la loro stessa età più o meno, 20 anni, e lascia il segno come bravura in THE WHALE, un film sull'uomo balena Brendan Fraser che prima di morire cerca di ritrovare un rapporto con la figlia che non vede da 8 anni per aver lasciato lei e la moglie dopo essersi innamorato di un altro uomo. La adorano per Stranger Things, la serie tv del momento. C'è da scommettere che faranno notte per lei e magari già che ci sono restano, perché domani si attende il sold out per il beniamino Harry Styles cantante e attore diretto dalla compagna Olivia Wilde, regista di Don't Worry Darling interpretato con la Vedova Nera dei cine Marvel, Florence Pugh. Il film del giorno è L’IMMENSITÀ di Crialese (in sala con Warner dal 15 settembre) con Vincenzo Amato, Penelope Cruz e l'esordiente Luana Giuliani.

Per il regista di Respiro e di Terraferma è il film della vita. «Mi sono avvicinato al cinema forse per questo, ma se l’avessi fatto come primo film sarebbe stato pallosissimo, magari didascalico, sarebbe stata la storia di un poveraccio che vive la crisi di genere, certe cose invece bisogna riuscire a raccontarle quando si ha consapevolezza». Non vuole che si definisca L’Immensità il film del suo coming out, "io sono sempre stato out!, è piuttosto un film che mi riguarda molto da vicino, racconta in chiave poetica la mia infanzia». Certo in quella memoria c'è una casa degli anni '70 in uno dei quartieri in costruzione a Roma in quel periodo, «identica alla mia» e poi ci sono le dinamiche familiari, le gioie di ballare le canzoni di Raffaella Carrà, ma soprattutto i dolori. «Mia madre non sapeva dove sbattere la testa - si è commosso il regista - si nascondeva con me proprio come accade nel film, cercava di proteggermi, ma io soffrivo del dolore che le davo. Fin quando più avanti non sono riuscito a cambiare la a con la e - il suo nome di nascita al femminile - e lasciare un pezzo del mio corpo. Io sono e non sono e voglio rimanere così e spero di non scioccare proprio nessuno. Sono figlio del mio tempo e i tempi ora sono cambiati, solo che bisogna sostenere le famiglie, non lasciarle sole come mia madre». Penelope Cruz si è buttata nel progetto da subito. Interpreta una moglie infelice, «in trappola, senza un piano B, per il suo matrimonio finito, visti i tempi» e «una madre che diventa complice dei suoi figli, soprattutto di Adriana, così diversa e anche lei infelice che attende gli alieni che la portino via in un altro mondo in cui sentirsi meglio, potersi chiamare Andrea. C'è - ha detto in un’intervista all’ANSA - una fortissima connessione tra loro due». Ancora un ruolo di madre, «ho fatto sette film con Pedro Almodovar e in cinque sono madre, la maternità mi appartiene, è un mondo infinito sempre da scoprire, così come la famiglia», ha aggiunto dichiarando che «l'Italia è la mia seconda casa». Ad unirla con il nostro paese è anche Raffaella Carrà, una passione della Cruz e dello stesso Crialese: la protagonista balla scatenata Rumore con i suoi figli. «Recitare, rispetto a cantare, mi ha fatto toccare vibrazioni più profonde di me stessa. È un pp' come andare in analisi. Lo rifarei e sceglierei anche bene, perché per me è stata una sorta di terapia», ha detto la cantante Elodie, per la prima volta attrice in TI MANGIO IL CUORE, film diretto dal regista pugliese Pippo Mezzapesa in concorso nella sezione Orizzonti e in sala dal 22 settembre con 01. Elodie sa che per il suo attivismo è anche spesso etichettata. «Sono una cittadina ed è del tutto normale che intervenga, anche perché credo che ci sia un un livello dei diritti umani sotto il quale non si deve mai andare. Se ci fosse un candidato di destra con idee interessanti lo voterei pure - sottolinea l’artista che più volte si è schierata contro la destra - e confesso che, ad esempio, non ho mai votato Pd. Il fatto è che tutti mi vogliono etichettare».

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