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Al festival “Tulipani di Seta Nera” trionfo dei cineasti del Sud TUTTI I PREMI

Vincono i siciliani. In testa il corto “God’s Forgiveness” del palermitano Michele LiVolsi. Al quinto posto “Non esiste” del messinese Giovanni Giuffrè

Molti i cineasti del Sud al sedicesimo “Tulipani di Seta Nera”, Festival internazionale della cinematografia sociale, che si è concluso il 7 maggio al The Space Cinema Moderno di Roma. Diversi i riconoscimenti assegnati ai lavori di registi siciliani che hanno realizzato un cinema calato nel sociale, in prima linea contro discriminazioni e violenza.

In testa, “God’s Forgiveness” del palermitano Michele LiVolsi e del trapanese Eric Cannamela, Premio Sorriso Rai Cinema Channel per i corti, con 22.388 visualizzazioni sulla piattaforma www.tulipanidisetanera.rai.it. Storia di un prete dalla parte degli ultimi che fa i conti col proprio passato, girata fra Erice e Marsala, vede protagonista lo stesso LiVolsi, alla sua terza vittoria dopo “Addio clochard” del 2019 e “La forza di Alice” del 2020. «Il film è tratto da una storia vera – ci ha detto LiVolsi – e deriva dal mio impegno quotidiano nel sociale, a contatto con vicende complesse. Nel corto si parla di bullismo, abbandono e prostituzione, ma con delicatezza come in altri miei lavori».

Secondo, come lo scorso anno, un altro palermitano, Angelo Faraci, con “Pietrazita” (7.965 visualizzazioni), girato a Sant’Angelo di Brolo, sul tema della violenza di genere narrata attraverso la leggenda dei “tesori maledetti”. “Durante una vacanza sui Nebrodi andai a vedere la rocca di Pietrazita – racconta Faraci – Il taglio sociale della storia, con la possibilità di raccontare una Sicilia alla Tornatore, mi ha spinto a realizzare il film, sostenuto dal Comune e dal Sindaco Cortolillo”.

Terzo posto per “#Soffione” di Fabio Salerno e Dario Lucky (5.080 visualizzazioni), sul cyberbullismo, cui seguono “Amore sconfinato” di Edisson Daniel Vele Cabrera (quarto con 3.543 visualizzazioni), sulla lotta allo sfruttamento, e “Non esiste” del messinese Giovanni Giuffrè (quinto con 3.311 visualizzazioni), sul negazionismo.

La Città dello Stretto ha avuto un’illustre rappresentante con l’attrice Maria Grazia Cucinotta, Testimonial Sorriso Diverso assieme a Gabriel Garko per “C’hai 5” (Daniele Falleri), corto fuori concorso su trapianto e ricerca, premiato anche con la Menzione Speciale, che è andata anche a “Io sono Saman” del vittoriese Nuccio Modica - sulla vicenda di Saman Abbas, giovane pakistana uccisa per aver rifiutato un matrimonio combinato – e a “L’ultimo stop” del catanzarese Massimo Ivan Falsetta, sull’eutanasia, presentato fuori concorso. Il film ha vinto anche il Testimonial all’attrice romana Lucia Batassa, nei panni della madre del protagonista (Neri Marcorè).

Nella categoria “Documentari” ha vinto il Premio Giuria Cinema, Spettacolo e Terzo Settore “Lettera da Borgo Nuovo” di Matteo Di Fiore, sull’omonimo quartiere periferico di Palermo, ex aequo con “Terra terra” di Giulia Merenda, sulle coltivazioni agricole a Rebibbia. Menzione Speciale per il fuori concorso “FunKino - Across Walls” di Miriam Cossu Sparagano Ferraye, sul laboratorio di cinema promosso da Zabbara e Chiesa Valdese all’Ucciardone.

Nell’ambito del Premio Sorriso per il Lavoro e le Politiche Sociali due ex aequo: “Negli occhi di un bambino” del catanese Marco Ferrara, sulle disuguaglianze sociali, e “Il vecchio e il muro” di Antonio Palumbo, su salute e lavoro, anche Miglior Corto per la giuria e Sorriso Anmil. Miglior Digital Serie “Ad Maiora – Storie di resilienza”, in gara per l’Emilia-Romagna, ma ideato dalla giornalista agrigentina Deborah Annolino e scritto dal catanzarese Stefano Foglia, con la regia del comisano Angelo Giummarra. Premiato anche per la fotografia, il format ha vinto col primo episodio della terza stagione, su Luisa Rizzo, campionessa di drone racing, affetta da atrofia muscolare spinale.

Riconoscimenti anche per Remo Girone, Miglior attore per il corto su suicidio e solitudine “G.R.A.” (Luca Pelosi), e Niccolò Fabi con il premio alla carriera e quello della critica. Miglior fiction in ex aequo “Vincenzo Malinconico” e “Fiori sopra l’Inferno”, quest’ultima del regista di Nicastro Carlo Carlei, dal romanzo omonimo di Ilaria Tuti (Longanesi). Il riconoscimento è stato ritirato da Carlei e Verdiana Bixio (produttrice) durante il Gran Galà del Sociale, evento conclusivo del festival, che sarà trasmesso il 26 giugno su Rai1.

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