Sabato 04 Maggio 2024

A rischio sgombero le case del set di Gomorra, le foto della protesta a Scampia

Un momento della protesta
Palazzone fatiscente a ridosso delle ’vele’ di Scampia
 
Gli inquilini denunciano anche il grave stato di abbandono degli edifici
Qualcuno tra i residenti ha accolto la richiesta dei curatori ma la maggioranza degli inquilini non è nelle condizioni di assecondarle
«Da qui di sicuro non ce ne andiamo», spiega una ragazza che vuole rimanere in anonimato
Un altro momento della protesta
 
«Da tempo cerchiamo un incontro col Comune», spiega Loredana Ronchi, portavoce degli inquilini
 

Un palazzone fatiscente a ridosso delle 'vele' di Scampia a Napoli, un set 'naturale' per la nuova serie Gomorra in produzione ma al centro di una protesta di una ottantina di famiglie residenti da oltre trent'anni; chiedono al Comune ed alla Prefettura un immediato intervento per scongiurare lo sgombero paventato dai curatori fallimentari. Gli inquilini denunciano anche il grave stato di abbandono degli edifici: anche sui pilasti portanti sono visibili segni di cedimento e di corrosione del cemento armato, dicono. «Da tempo - spiega Loredana Ronchi, portavoce degli inquilini - cerchiamo un incontro con il Comune che noi sappiamo essere proprietario dell’immobile e nessuno ci ha ancora spiegato a quale titolo ed a nome di chi noi inquilini stiamo ricevendo offerte di acquisto da parte dei curatori. Chi risiede in queste case non è in condizione di pagare quanto richiesto e non può certo per questo essere sbattuto in strada». «Anche la Municipalità da tempo sta chiedendo un incontro in prefettura - ha spiegato il presidente della VIII Municipalità, Apostolos Paipais, presente all’assemblea improvvisata tra gli edifici - e aldilà dell’aspetto della compravendita e di chi in questo momento può accamparne la proprietà, bisogna immediatamente intervenire a livello strutturale sugli edifici che, come si vede in più punti, presentano gravi segni di cedimento». Qualcuno tra i residenti ha accolto la richiesta dei curatori ma la maggioranza degli inquilini non è nelle condizioni di assecondarle. «Vivo qui da quando sono nata - spiega una ragazza che vuole rimanere in anonimato - ed ora, dopo la morte dei miei genitori, divido la casa con i miei tre fratelli più piccoli. Nessuno di noi lavora e tiriamo avanti grazie e due di loro che, nei fine settimana, fanno i camerieri come extra in qualche ristorante della zona. Abbiamo sempre pagato quanto richiesto per l’affitto ma ditemi da dove dovrei prendere i 5mila euro chiesti coma anticipo dai curatori fallimentari. Le case? Decrepite come quello che vedete da fuori ma sono sempre case e da qui di sicuro non ce ne andiamo».

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