Mattinata di protesta alla stazione di Lamezia Terme da parte dei lavoratori ex Lsu-Lpu. Al momento la circolazione ferroviaria è ripresa. Non è escluso, però, che i manifestanti possano tornare ad occupare i binari più tardi. Avrebbero intenzione, infatti, di agire a singhiozzo, con blocchi e successive interruzioni della protesta, anche per non gravare eccessivamente sulla circolazione ferroviaria. Il blocco alle 13,50 ha determinato conseguenze per due Intercity che viaggiano con 70 minuti di ritardo e per due regionali, che ne hanno accumulati 30.
Sono circa 500 i lavoratori ex Lsu-Lpu che hanno occupato i binari della stazione di Lamezia Terme per circa mezzora. La protesta, secondo quanto è stato riferito dai lavoratori, è nata perché la commissione bilancio della Camera non avrebbe approvato alcuni emendamenti ritenuti necessari per proseguire il percorso di stabilizzazione che, in Calabria, riguarda circa 4.500 persone. Sul posto sono giunti anche i segretari generali della Calabria di Cgil, Cisl e Uil, Angelo Sposato, Tonino Russo e Santo Biondo. Sul posto è arrivato anche il presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio.
«Ho chiesto al Presidente del Consiglio un intervento urgente attraverso un impegno formale che consenta di tranquillizzare gli animi e di garantire i lavoratori ed i Comuni, evitando di interrompere un percorso iniziato da anni verso la stabilizzazione dei lavoratori socialmente utili e di pubblica utilità e la certezza del lavoro e dei servizi. In questo senso attendo un atto che possa evitare l’acuirsi di tensioni - ha detto Oliverio - Sono qui a Lamezia Terme per esprimere solidarietà e sostegno a 4.500 lavoratori che da 20 anni garantiscono i servizi essenziali in circa 400 Comuni calabresi. Si tratta di lavoratori - ha aggiunto Oliverio - che dal primo gennaio 2015 sono stati contrattualizzati grazie ad un fondo di 50 milioni di euro istituito nel Bilancio dello Stato, a cui si sono aggiunti 39 milioni di euro che abbiamo inserito nel bilancio della Regione Calabria. Ieri sera la Giunta regionale, su mia proposta, ha approvato il Bilancio preventivo della Regione per il 2019, assicurando i 39 milioni di euro anche per il prossimo anno e garantendone la storicizzazione. Purtroppo, incredibilmente, nel bilancio dello Stato approvato dal Governo ed attualmente all’esame del Parlamento, non é stato riproposto dopo quattro anni il Fondo dei 50 milioni di euro. E' evidente che ciò ha determinato comprensibili preoccupazioni ed allarme tra i lavoratori interessati e le loro famiglie, ma anche tra i sindaci e gli amministratori locali che questa mattina, non é un caso, sono a Lamezia insieme ai lavoratori indossando la fascia tricolore».
«Nella Legge di bilancio la Calabria è sola e abbandonata dalla deputazione parlamentare calabrese di maggioranza, che è inadeguata e completamente disinteressata ai problemi dei cittadini calabresi. Nessuna risposta per Lsu-Lpu e 4500 famiglie a rischio, la Zes e il porto di Gioia Tauro sono smantellati, si bloccano le opere pubbliche e il lavoro». E’ quanto ha affermato Angelo Sposato, segretario generale della Cgil Calabria, nel corso dell’attivo sindacale unitario tenutosi a Lamezia Terme. Per il segretario generale della Cgil Calabria «serve un piano per la sicurezza e manutenzione del territorio. È emergenza. In assenza di risposte per quanto riguarda la drammatica vicenda degli ex Lsu-Lpu il 14 dicembre ci mobiliteremo e protesteremo a Roma nei pressi del Parlamento», ha concluso. I segretari regionali di Cgil, Cisl e Uil sono stati convocati dal Prefetto di Catanzaro.
«Esprimo solidarietà ai lavoratori ex Lsu/Lpu della Calabria, che oggi sono scesi in lotta insieme al sindacato e ai sindaci per difendere il loro posto di lavoro.» Commenta così, in una nota, la manifestazione nella stazione ferroviaria di Lamezia Terme la deputata calabrese Enza Bruno Bossio. «Condividiamo l’impegno della Regione Calabria, ed in particolare del Presidente Oliverio che dal 2014 assegna 39 milioni di euro per questi lavoratori - aggiunge Bruno Bossio - e abbiamo apprezzato la decisione, comunicata nell’incontro sindacale di ieri, di storicizzare questo stanziamento. Per la loro stabilizzazione, come gruppo parlamentare Pd, in questi anni, abbiamo avviato un percorso legislativo che abbiamo seguito con grande attenzione dal 2013 fino al 31 dicembre 2017. Esiste una norma, l’art. 20 comma 14 del decreto 75 del 2017, che ha scritto, con grande chiarezza, come si può raggiungere l'obiettivo della piena stabilizzazione per tutti entro il 2020. Ma la norma già scritta richiede, fino al completamento del processo, una deroga per le assunzioni da produrre senza alcun rinvio entro il 31 dicembre 2018. Per questo, pur apprezzando la
disponibilità della sottosegretaria Castelli, chiederemo che il nostro emendamento in questa legge di bilancio sia approvato, anche riformulato, qui alla Camera, senza aspettare ipotetiche soluzioni al Senato, delle quali peraltro non abbiamo ad oggi alcuna contezza».
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