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Lucano alla Sapienza, cori e striscioni fuori dall'università: ad accoglierlo migliaia di studenti - Le foto

Commosso ma anche choccato, quasi «stordito», con un’espressione di incredulità sul volto. E’ l’immagine di un incredulo Mimmo Lucano mentre, tenuto sottobraccio, se non sollevato, veniva portato verso l’Aula 1 della facoltà di Lettere e Filosofia dell’università La Sapienza per tenere un intervento sul tema delle "Convivenze".

Un'immagine nuova per lui, è come se di colpo si sia sentito «preso in mezzo», come se qualcosa di molto più grande stesse avvenendo, qualcosa che va oltre il momento in sè e guarda invece oltre. E non gli sembrava vero sentire quel «fate largo, fate passare: stiamo scortando Mimmo Lucano nell’aula per consentirgli di parlare, mentre c'era chi voleva mettergli il bavaglio» che una studentessa urlava al megafono precedendo il gruppo, e l’ex sindaco si guardava intorno come a voler essere certo di quanto accadeva.

Quel corteo, quel megafono sono sembrate l’immagine di un tempo che di colpo, dopo un lungo 'sonno', tornava d’attualità nei viali delle università italiane. Decine di studenti si sono incaricati di portarlo quasi di peso, scavalcando o venendo a compromesso con gli uomini delle forze dell’ordine in borghese che avevano il compito di scortarlo.

In cima alla scalinata l’incontro con il Rettore del più grande ateneo italiano ed europeo, Eugenio Gaudio, e con il preside della facoltà. Pochi secondi perchè la spinta dell’onda umana - «onda rossa contro onda nera», l’ha definita lo stesso Lucano arrivando a La Sapienza - non si fermava, spingeva in avanti, senza guardare in faccia alcuno. Ne sa qualcosa anche una signora avanti negli anni che era piazzata su un gradino per fare una foto: un attimo e si è ritrovata intrappolata, e non è stato facile «liberarla» da parte di poliziotti e cronista. Durante il tragitto gli studenti in corteo e quelli in attesa hanno intonato 'Bella ciao'.

L’ex sindaco di Riace è apparso commosso da quest’altro momento di partecipazione, e ancor più lo è stato all’ingresso nell’aula, dove un coro assordante l’ha accolto e quasi paralizzato: «Siamo tutti Mimmo Lucano», slogan ritmato a riprese e accompagnato dal battito di centinaia di mani. Ma non solo studenti, ci sono anche persone che oggi con l’università non hanno più nulla a che vedere o semplici cittadini che erano riusciti un paio di ore prima ad entrare in un ateneo che all’esterno è presidiato da ingenti forze dell’ordine con blindati.

Numerosi anche i professori che dalle altre facoltà si sono riversati a Lettere per ascoltare, o meglio provare ad ascoltare, in una ressa impressionante, l’intervento di Lucano. In diversi tra quanti erano in attesa in aula hanno preferito a quel punto uscire nel corridoio: troppo problematico - se non rischioso - restare dentro, con il rischio di restare bloccati. Ed anche questa operazione di «fuga» non è stata facile, il varco d’ingresso dell’aula è come se all’improvviso fosse divenuto estremamente strettissimo. In molti hanno rinunciato a provare a sentire l’intervento di Lucano, quello che contava era esserci stati a questo momento.

Il classico ma sempre spendibile «Io c'ero» in un giorno che sembra aver forse segnato una saldatura tra il mondo dei giovani e l’ex sindaco sotto inchiesta che si ritrova figura di riferimento e parte integrante di quella «onda rossa» che fronteggia «l'onda nera» nel Paese. In pochi minuti la distanza con la lontana Riace, con quel modello di accoglienza, è come azzerata.

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