Una folla in lacrime ha dato l'ultimo saluto a Antonino, Marco e Matteo, i vigili del fuoco eroi morti nell’esplosione della cascina di Quargnento. Migliaia di persone strette ai famigliari e agli amici delle tre vittime, che ora chiedono giustizia. «Bisogna capire perché e chi ha fatto questo», tuona dall’altare della cattedrale dei Santi Pietro e Marco il comandante provinciale Roberto Marchioni, dando voce alla «rabbia» dei vigili del fuoco. «Dovete beccarli, dovete fare di tutto per beccarli», è la richiesta delle famiglie al premier Conte, «commosso» di fronte al «lungo abbraccio della comunità a questi ragazzi e ai loro coraggiosi colleghi - sottolinea - che ogni giorno rischiano la vita per garantire la sicurezza di tutti noi».
E’ il giorno più triste per Alessandria, gli applausi della gente in strada che rompono il silenzio al passaggio delle autoscale con a bordo i tre feretri. All’arrivo in piazza della Libertà, davanti alla Prefettura, il suono delle sirene copre i singhiozzi. L’ultimo viaggio dei tre pompieri è sulle spalle dei loro colleghi, che li accompagnano fino al tappeto rosso davanti all’altare della Chiesa fine Ottocento. Ad attenderli, col premier Conte, ci sono anche il presidente della Camera, Roberto Fico, la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese, Salvatore Mulas, capo dipartimento dei Vigili del Fuoco, il governatore Alberto Cirio e il presidente del Consiglio regionale, Stefano Allasia. E c'è anche, in sedia a rotelle, Giuliano Dodero, il capo squadra dei vigili del fuoco ferito nell’esplosione della notte tra lunedì e martedì.
«L'amore di Gesù è l’unico che ci può dare la forza di non essere travolti dal male, dalla disperazione, dall’amarezza», afferma monsignor Guido Gallese, vescovo di Alessandria, che nell’omelia invoca l’intercessione della Madonna delle Salve, patrona della città, «l'unica che può consolarci» della perdita di «Nino, Marco e Matteo, morti in un atto di servizio alla comunità».
Il momento più toccante quando il comandante Marchioni ricorda il tragico intervento dell’altra notte nelle campagne di Alessandria. «Si è passati dalla speranza che tutto si risolvesse per il meglio al rendersi conto che non sarebbe andata così, all’incredulità e poi alla rabbia - dice - Poi il cordoglio di un Paese, una manifestazione di vicinanza e di affetto indimenticabili. Sono orgoglioso - conclude con la voce rotta dalla commozione - di essere il vostro comandante».
Il comandante Marchioni usa il presente, come se i tre vigili del fuoco non fossero morti, perché Antonino, Marco e Matteo resteranno «per sempre nei nostri cuori», dice in un messaggio Fabio Dattilo, capo del Corpo dei Vigili del Fuoco. L’ultimo abbraccio è quello del presidente Conte ai parenti delle tre vittime. «Coraggio, facciamoci coraggio», dice il premier, consapevole che «nessun gesto o parola potrà consolare il dolore dei famigliari».
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