Venerdì 22 Novembre 2024

Coppia torinese: il nostro anno a Panarea libera da contagi

 
 
 
Panarea
 
 

Qui non si vedono forze dell’ordine a controllare assembramenti che non esistono, le luci nelle strade alla sera non si spengono per il coprifuoco perchè non ci sono, salvo quella della luna, gli isolani non sono mai stati contagiati e la mascherina si indossa solo dal panettiere, in farmacia e nei due alimentari. Qui, nell’isola di Panarea, la più sofisticata delle Eolie, Massimo, 66 anni, e Michela, 55, hanno deciso di venire da Torino, dove abitano, a trascorrere i mesi turbolenti del Covid nella loro casa bianca in faccia al mare e allo Stromboli, sottraendosi all’esperienza cupa e angosciante della maggior parte degli italiani. «Abbiamo vissuto in libertà dai primi di giugno - spiega all’AGI Michela - e non abbiamo intenzione di muoverci per ora, non ci piace la vita che vediamo 'fuorì anche se abbiamo voglia di rivedere i nostri cari e speriamo di poterlo fare presto, appena le cose si sistemeranno. Sono rimasta colpita dal fatto che, prima del nostro arrivo, così mi è stato riferito, per qualche tempo alcuni abitanti hanno assunto un atteggiamento 'anticò, quello di difendere l’isola da possibili nemici in arrivo con l’aliscafo. Se anche uno di loro andava e tornava da Milazzo veniva percepito come pericolo e si guardava con sospetto agli 'sconosciutì che approdavano». Poi, però, prosegue, «non so cosa sia successo nella testa di chi vive qui, circa 300 persone, ma è come si siano dimenticati di tutto e il Covid è diventato tra loro un argomento di discussione molto marginale». Un’altra ventina di "cittadini" ha fatto la scelta di Massimo e Michela: «Noi ci frequentiamo in modo fisso in un gruppo di sei, siamo diventati come una famiglia. Le nostre giornate dipendono dal tempo. Capitano delle 'estati improvvisè, dei momenti in cui si può prendere il sole in terrazza o nelle spiagge più riparate. Ora, qualcuno comincia a farsi il bagno. Oppure si fa un’escursione in altura. Nessuno di noi ha il riscaldamento, accendiamo i camini quando fa freddo». A Panarea «i carabinieri sono 'stagionalì, ora non ci sono e a volte sono un pò preoccupata se penso che possa succedere qualcosa. Viene una farmacista una volta alla settimana, abbiamo un medico di base. Il giornalaio non c'è, mi informo con la radio». Michela ha scoperto un’isola inedita rispetto a quella brulicante nella mondanità estiva: «Ho uno sguardo da bambina, puro. Tutto mi sembra ancora più spettacolare. Posso stare molto tempo a contemplare i mandorli in fiore o ad ascoltare il lungo ronzio della api nel silenzio assoluto». Uscire da questa 'bollà anche per poco può diventare fonte di irrequietezza: «Una volta sono andata a fare la spesa a Lipari e ho avuto una crisi per le distanze che mi sono sembrate difficili da mantenere. Ho deciso di non andarci più». I due casi registrati di Covid hanno riguardato altrettanti operai di origine romena che hanno scoperto di essere positivi appena sbarcati da un test fatto in precedenza. Sono stati subito isolati, «se poi il Covid sia girato durante i mesi estivi non si sa». A quanto pare gli isolani hanno finora goduto della protezione del mare, del vulcano e della bellezza remota.

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