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Luzzi, quando una telefonata (dell'Asp) allunga... l'attesa: “Niente vaccini, tornate a casa”

Quando una telefonata allunga... l'attesa. «Siamo qui per i vaccini, a chi dovremmo rivolgerci?». Una domanda lecita, posta da due ultraottantenni di Luzzi che - di buona lena - stamattina hanno raggiunto la delegazione municipale per il primo ciclo di somministrazioni programmato dall'amministrazione comunale con la “benedizione” dell'Asp. Tutto lecito - dunque - tutto giusto. Peccato solo che i vaccini non ci siano. Già, perché nella giornata di ieri quasi 400 anziani residenti nel comune di Luzzi hanno dovuto fare i conti con la comunicazione informale dell'Asp (una telefonata) che annunciava l'impossibilità di procedere con le vaccinazioni a causa della mancanza della “materia prima”. Nel giro di un paio d'ore, in sostanza, Protezione civile, medici di base e amministratori locali hanno dovuto alzare la cornetta e avvertire gli ultraottantenni che nel giro di 48 ore si sarebbe dovuti sottoporre al primo ciclo di inoculazioni. Ad alcuni - come ai due anziani che stamattina hanno raggiunto il centro vaccinazioni allestito per l'occasione (ben cinque sale attrezzate così come da protocollo) - la comunicazione non è arrivata tempestivamente. Ci ha pensato il consigliere delegato alle Politiche sociali, Graziella D'Acri, a rincuorarli. «Siamo spiacenti, tornate a casa. Ci faremo vivi noi».

Il sindaco Umberto Federico già nella giornata di ieri aveva “alzato la voce”. «Che fine hanno fatto i nostri vaccini?». Un interrogativo che ha raggiunto le stanze dell'Asp. «Ci hanno contattato in queste ore per dirci che nei prossimi giorni la campagna di vaccinazioni inizierà regolarmente. Resta il fatto che eravamo prontissimi a iniziare ed è stato creato un enorme disagio a tutta la popolazione luzzese. Da sindaco mi sento offeso, perché il mio compito principale è tutelare la comunità. Spero si possa rimediare, ma ciò non cancella la figura commessa dalla nostra Sanità».

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