In occasione del 76° anniversario della Liberazione, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella ha deposto una corona in ricordo delle vittime del rastrellamento del Quadraro, quartiere romano protagonista, il 17 aprile 1944, del rastrellamento per rappresaglia da parte dell’esercito tedesco, con oltre 900 persone deportate poi in Germania. Il capo dello Stato ha poi scambiato alcune parole con il sindaco di Roma, Virginia Raggi, presente alla cerimonia.
Il quartiere ha ricevuto la medaglia d’oro al merito civile con la motivazione: «Centro dei più attivi e organizzati dell’antifascismo, il quartiere Quadraro fu teatro del più feroce rastrellamento da parte delle truppe naziste. L’operazione, scattata all’alba del 17 aprile 1944 e diretta personalmente dal maggiore Kappler, si concluse con la deportazione in Germania di circa un migliaio di uomini, tra i 18 e i 60 anni, costretti a lavorare nelle fabbriche in condizioni disumane. Molti di essi vennero uccisi nei campi di sterminio, altri, fuggiti per unirsi alle formazioni partigiane, caddero in combattimento». Mattarella ha reso omaggio alle vittime di quel rastrellamento, dopo la deposizione della corona all’Altare della patria.
Una Festa della Liberazione diversa da quella silenziosa dello scorso anno, ma pur sempre segnata dalle misure di restrizione contro il covid-19. Sergio Mattarella è giunto alla scalea dell’Altare della Patria che lo scorso anno salì solo, accolto quest’anno dai presidenti delle Camere, Elisabetta Casellati e Roberto Fico, dal presidente del Consiglio Mario Draghi, dal presidente della Consulta Giancarlo Coraggio, dal ministro della Difesa Lorenzo Guerini, dal Capo di Stato Maggiore della Difesa, Enzo Vecciarelli, dal capo della Polizia Lamberto Giannini. Tutti hanno però indossato le mascherine e hanno mantenuto il distanziamento. Piazza Venezia era off limits alla circolazione e anche alla presenza di giornalisti, sia per motivi di sicurezza che per evitare assembramenti. Poco dopo le 12 poi, Mattarella riceverà al Quirinale le alte cariche dello Stato, per un cerimonia che solitamente si svolgeva in una città italiana. Pochissimi gli ammessi ai saloni del Palazzo per la cerimonia, che verrà trasmessa in diretta televisiva su Raiuno.
"Rinascita, unità, coesione, riconciliazione nella nuova Costituzione repubblicana - ha spiegato il capo dello Stato nel messaggio inviato alle associazioni combattentistiche - furono i sentimenti che guidarono la ricostruzione nel dopoguerra e che ci guidano oggi verso il superamento della crisi determinata dalla pandemia che, oltre a colpirci con la perdita di tanti affetti, mette a dura prova la vita economica e sociale del Paese". Per Mattarella "ora più che mai è necessario rimanere uniti in uno sforzo congiunto che ci permetta di rendere sempre più forti e riaffermare i valori e gli ideali che sono alla base del nostro vivere civile, quel filo conduttore che, dal Risorgimento alla Resistenza, ha portato alla rinascita dell'Italia. Nell'onorare il ricordo di quanti sono stati protagonisti della conquista della libertà e della democrazia, rivolgo ai rappresentanti delle forze armate, delle associazioni combattentistiche, d'arma e partigiane, il saluto di tutti gli italiani, riconoscenti per l'instancabile opera volta a mantenere vivi gli ideali di abnegazione, spirito di sacrificio e democrazia simboleggiati dal tricolore. Viva la Liberazione, viva la Repubblica"
«Sono passati settantasei anni da quando - il 25 aprile del 1945 - la voce di Sandro Pertini lanciava, dai microfoni Radio Milano Liberata, a nome del Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia e del Corpo Volontari della Libertà, il proclama di insurrezione nazionale contro le truppe nazifasciste. Una data simbolica della guerra di Liberazione, scelta dalla Repubblica Italiana per ricordare la conclusione del sanguinoso conflitto, la fine della brutale e spietata occupazione nazista, il crollo definitivo del fascismo». Lo ha detto il capo dello Stato, Sergio Mattarella, in occasione dell’anniversario della Liberazione.
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