Giovedì 19 Dicembre 2024

Strage Ardea, nessun legame tra killer e papà dei bimbi uccisi. Pignani mai sottoposto a Tso

 
 
 
Foto Cecilia Fabiano/ LaPresse
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Nessuna denuncia o esposto in relazione a minacce ai residenti da parte di Andrea Pignani, 35 anni, è stato depositato alle forze dell’ordine. Lo apprende l’AGI da fonti investigative. Inoltre, non risulta una conoscenza pregressa tra il papà dei due bambini di 5 e 10 anni rimasti uccisi ad Ardea e Pignani. Secondo quanto si apprende, i due non avevano litigato in precedenza. Per quanto riguarda il possesso della pistola, in precedenza di proprietà del papà di Pignani, una ex guardia giurata, si fa presente che «sarebbe stato compito dei familiari, dopo il rinvenimento dell’arma, informare l’autorità di pubblica sicurezza». A quanto apprende l’AGI, ciò non sarebbe mai avvenuto. La madre di Pignani si sarebbe giustificata raccontando di non aver mai trovato la pistola del marito e per questo di non aver avvisato le autorità competenti.

Parla l'avvocato della famiglia: "Nessuna lite con Pignani"

«Prima di quanto avvenuto non c'è stata alcuna lite tra i miei assistiti e Andrea Pignani. Tra loro non c'era alcun legame, non si conoscevano. Le vicende giudiziarie legate a Domenico Fusinato non c'entra nulla con quanto accaduto». A dirlo l’avvocato Diamante Ceci, legale dei due bambini uccisi ieri ad Ardea. «Attendiamo ancora le condoglianze del sindaco di Ardea. Le sue dichiarazioni fatte a caldo non corrispondo a verità, tanto che già ieri sera è stato ascoltato dagli inquirenti. Ho la sensazione che siano state rilasciate per allontanare da se tutte le responsabilità di quanto accaduto. Il sindaco non è stato in grado di tutelare due bambini che giocavano in strada», conclude la penalista.

Soccorsi in ritardo? Si faccia chiarezza

«Ci auguriamo che la procura di Velletri faccia chiarezza su tutto, anche per quanto riguarda i soccorsi che secondo alcuni testimoni sarebbero arrivati dopo 40 minuti dalla sparatoria. Si chiarisca anche il ruolo della madre e della sorella di Pignani, perché l’uomo aveva la pistola del padre morto a novembre? Perché dopo avere minacciato la madre con un coltello, nel maggio scorso, è stato sottoposto ad un Tso e rilasciato dopo appena un giorno, mentre sembra che fosse stato disposto per quindici giorni. Cinque minuti prima della sparatoria una pattuglia dei carabinieri di Marina di Ardea era andata a controllare che il mio assistito Domenico Fusinato stesse in casa a rispettare l’ordinanza di custodia ai domiciliari» continua l’avvocato. «Il controllo - aggiunge l’avvocato - dei carabinieri è avvenuto quando i due piccoli si trovavano già al campetto con le biciclette. La madre era fuori e ha sentito i colpi, pensava che fossero dei petardi o dei colpi di cacciatori. La donna ha poi capito cosa era avvenuto e ha cominciato a urlare. A quel punto il marito ha allertato la stessa pattuglia che è tornata immediatamente nel comprensorio».

Il sindaco di Ardea: "Mai firmato Tso per Pignani"

«Non ho firmato alcun Tso per il soggetto in questione. In quattro anni ne ho disposto solo uno e non è nei confronti di questa persona. Ho saputo che è stato in cura ma senza il coinvolgimento di questa amministrazione». Lo spiega il sindaco di Ardea, Mario Savarese, sulle notizie di un presunto Tso cui era stato sottoposto in passato Andrea Pignani, l'omicida di Colle Romito.

L'inchiesta della Procura di Velletri

La procura di Velletri ha aperto un’inchiesta per omicidio in relazione alla strage avvenuta ieri ad Ardea, vicino a Roma. Questo quanto emerge da fonti legali. I pm hanno affidato l’indagine ai carabinieri che hanno già nella giornata di ieri cominciato ad ascoltare testimoni. Domani sarà affidato l’incarico per effettuare le autopsie sulle vittime che verranno svolte presso l’istituto di medica legale del policlinico di Tor Vergata. L’indagine, tra le altre cose, dovrà in primo luogo chiarire perché Andrea Pignani, 35 anni, avesse in casa la pistola appartenuta al padre, guardia giurata, morto nel novembre scorso. In questo ambito risposte potrebbero arrivare dalla madre e dalla sorella del killer. Secondo quanto accertato fino ad ora, l’uomo - con zainetto in spalla, guanti e felpa - è uscito di casa impugnando l’arma, ha camminato per circa 400 metri percorrendo la strada parallela all’abitazione dove vivevano di due bambini. Un primo colpo è stato esploso in direzione di un uomo che trasportava una carriola che però è riuscito a mettersi in salvo. Il killer ha poi raggiunto i giardinetti e ha sparato al più grande dei due bambini, poi ha colpito con un colpo alla nuca un anziano che era intervenuto per soccorrere il piccolo ed infine ha ucciso l’altro bambino. Dopo il blitz di morte, Pignani ha proseguito a piedi e si è andato a barricare nella propria villetta.

Gli accertamenti dei carabinieri: sottoposto a consulenza psichiatrica

Andrea Pignani fu sottoposto a «consulenza psichiatrica» per uno «stato di agitazione psicomotoria» l’11 maggio scorso presso il Pronto soccorso del nuovo ospedale dei Castelli di Ariccia. Ciò è emerso dagli accertamenti dei carabinieri e della Procura di Velletri. In ospedale Pignani fu accompagnato «volontariamente» da un’ambulanza dopo una lite con la madre. Pignani non era comunque in cura «per patologie di carattere psichiatrico».

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