Cgil, Cisl e Uil in piazza: "Non si riparte coi licenziamenti". In 700 mila rischiano il lavoro
Lavoro, coesione e giustizia sociale: è l’asse della mobilitazione lanciata da Cgil, Cisl e Uil. La manifestazione di Piazza Castello a Torino, ha visto la partecipazione di delegazioni provenienti dalle regioni del Nord: Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige sotto lo slogan #Ripartiamoinsieme, #CgilCislUil e #26giugno. L'estensione degli ammortizzatori sociali, il blocco dei licenziamenti, una gestione del PNRR che sappia guardare ai veri obiettivi strategici del paese: le infrastrutture, la sostenibilità ambientale, la scuola, il rafforzamento della sanità pubblica è un programma di riforme che spazi dal fisco alle pensioni, dal sostegno all’occupazione giovanile e donne, ai rinnovi contrattuali. Sono questi gli obiettivi della mobilitazione lanciata oggi qui da Cgil, Cisl e Uil. Oltre 700 mila persone rischiano di rimanere di colpo senza lavoro a partire dal primo luglio, per questo in cima alle richieste dei sindacati c'è la proroga allo stop: "Oggi chiediamo tutti assieme che ci sia la proroga sui licenziamenti" ha detto il leader della Cgil Maurizio Landini.«Chiediamo qui oggi che ci sia la proroga del blocco dei licenziamenti. Chiediamo che il Governo faccia questo atto di attenzione verso il mondo del lavoro. È il momento di unire non di dividere e non è il momento di ulteriori fratture sociali». È la sollecitazione che arriva dal segretario generale della Cgil Maurizio Landini dalla piazza di Torino, dove è in corso una delle tre manifestazioni nazionali in difesa del mondo del lavoro. Una piazza gremita di lavoratori, fra cui gli operai della ex Embraco che saliranno sul palco durante la mattinata. «Crediamo sia opportuno prolungare di quattro mesi ancora il blocco dei licenziamenti": lo ha detto il segretario della Uil, Pierpaolo Bombardieri, a margine della manifestazione «Ripartiamo insieme» a Bari. In relazione al blocco dei licenziamenti, Bombardieri ha dichiarato: «Noi siamo sempre aperti al dialogo abbiamo l’abbiamo fatto in questo periodo, ci siamo confrontati con il presidente del Consiglio ci siamo confrontati con i partiti abbiamo incontrato tutti i gruppi parlamentari, abbiamo spiegato che rispetto alle proposte che ci vengono formulate dei licenziamenti selettivi c'è una difficoltà tecnica a identificare le filiere. Faccio l’esempio sempre delle camice: se blocchiamo i licenziamenti nelle aziende tessili, quelle che producono le camice, quelle che producono i bottoni che applicano il contratto della gomma e della plastica chi li blocca?», ha concluso.mattinata. «Crediamo sia opportuno prolungare di quattro mesi ancora il blocco dei licenziamenti": lo ha detto il segretario della Uil, Pierpaolo Bombardieri, a margine della manifestazione «Ripartiamo insieme» a Bari. In relazione al blocco dei licenziamenti, Bombardieri ha dichiarato: «Noi siamo sempre aperti al dialogo abbiamo l’abbiamo fatto in questo periodo, ci siamo confrontati con il presidente del Consiglio ci siamo confrontati con i partiti abbiamo incontrato tutti i gruppi parlamentari, abbiamo spiegato che rispetto alle proposte che ci vengono formulate dei licenziamenti selettivi c'è una difficoltà tecnica a identificare le filiere. Faccio l’esempio sempre delle camice: se blocchiamo i licenziamenti nelle aziende tessili, quelle che producono le camice, quelle che producono i bottoni che applicano il contratto della gomma e della plastica chi li blocca?», ha concluso. «Le nostre proposte sono note al governo, noi stiamo chiedendo da settimane di prorogare l’uscita dal blocco dei licenziamenti almeno alla fine del mese di ottobre». Così il segretario nazionale della Cisl, Luigi Sbarra, a margine della manifestazione nazionale Cgil-Cisl-Uil arrivando in piazza Santacroce a Firenze. «Dobbiamo scongiurare nuovi licenziamenti - prosegue Sbarra - che andrebbero ad aggiungersi al milione di posti di lavoro che abbiamo perso negli ultimi 15 mesi di pandemia. La priorità del Paese è rilanciare il lavoro, sbloccare gli investimenti, non i licenziamenti».- «Oggi ci mobilitiamo perché il governo torni sui suoi passi e proroghi almeno fino al 31 ottobre l’uscita dal blocco dei licenziamenti. L’uscita da questo blocco può provocare uno tsunami sociale»."Oggi diamo un impulso in più a questo cammino di lotta e di responsabilità. Diciamo al Governo e alla politica di occuparsi dei problemi concreti delle lavoratrici e dei lavoratori, delle famiglie e dei pensionati, dei bisogni e delle aspettative delle persone in carne e ossa". "Diciamo al Governo che deve cambiare atteggiamento su alcune questioni fondamentali, rispetto alle quali non ha dimostrato la stessa attenzione che nei mesi scorsi ha contraddistinto altri passaggi importanti. Penso alla firma, a marzo, del Patto per la Pubblica Amministrazione. Penso al rinnovo, il 6 aprile, dei protocolli sulla salute e la sicurezza e all’intesa sulle vaccinazioni nei luoghi di lavoro. Penso al Patto sulla scuola del 20 maggio. Quando c'è da mettersi attorno a un tavolo per animare una nuova politica di concertazione, concreta e pragmatica, il sindacato c'è e ci sarà. Di più: siamo noi a chiedere che sia questa la via maestra da seguire. Sempre. Non si possono scatenare guerre tra disperazioni, succede in tanti settori, a cominciare dalla logistica. Il pensiero di tutti noi va a Adil Belakdim, e a chi nel sindacato, sui campi, nelle fabbriche, continua a dare la vita per un lavoro più giusto. Un lavoro che non può contemplare più casi come quelli della giovane Luana. Ora basta! La scia di sangue deve finire! La sicurezza nei luoghi produttivi resta una grande priorità nazionale. Vanno assunti nuovi ispettori e medici del lavoro. Va data piena attuazione al Testo Unico del 2008, che da 13 anni aspetta gli ultimi decreti attuativi. C'è da istituire una vera patente a punti per le imprese. Chi sbaglia, o peggio chi manomette i macchinari, deve chiudere e pagare fino in fondo. Per realizzare tutto questo, La via giusta è quella della concertazione. Un sentiero sul quale il Governo deve tornare senza più incertezze e ripensamenti. Perchè di qui ai prossimi mesi non si decide l’esito di una singola partita. Ma il destino del Paese. Anche per questo sfidiamo le rappresentanze delle imprese, a cominciare da Confindustria, a realizzare con noi un Accordo che impegni le aziende a usare tutti gli strumenti di flessibilità contrattuali e istituzionali per arrivare all’obiettivo zero licenziamenti" ha concluso Sbarra. Intanto un nuovo intervento mirato in materia di licenziamenti potrebbe essere discusso in uno dei prossimi Consigli dei ministri. E’ quanto sostengono diverse fonti ministeriali, secondo le quali si starebbe lavorando a una norma ad hoc per particolari aree di crisi, come il settore tessile, che potrebbe trasformarsi anche in un intervento più esteso. Secondo le stesse fonti, una prima discussione su come mitigare gli effetti della fine del blocco dei licenziamenti, alla ricerca di una mediazione in maggioranza e con le parti sociali, potrebbe avvenire domani nel Cdm previsto alle 10. Anche se fonti di Palazzo Chigi, interpellate al riguardo, escludono che al momento in Cdm possano arrivare norme «fuori sacco» rispetto all’ordine del giorno comunicato nel pomeriggio.