All’Arco della Pace, per l’evento conclusivo della Pride week milanese, sta andando in scena una «manifestazione bellissima, una piazza piena di giovani e giovanissimi che chiedono finalmente all’Italia che venga riconosciuta la libertà di tutti i cittadini». Così il deputato Alessandro Zan, che oggi ha parlato dal palco dell’evento arcobaleno. «Noi siamo un paese dell’Unione europea che ancora non si è dotato di una legge contro i crimini di odio. Questo è molto grave - ha detto parlando del ddl che porta la sua firma -. Stiamo parlando di violenza, di discriminazione, di bullismo». «Come ha fatto notare il presidente della Repubblica Sergio Mattarella - ha aggiunto - se qualcuno viene discriminato per la propria condizione personale, cioè solo perché esiste, allora questo è un problema di violazione dei principi di uguaglianza. Ecco perché l’Italia deve decidere se stare con i paesi più avanzati che tutelano i propri cittadini o scivolare rovinosamente verso quei paesi come l’Ungheria e la Polonia che stanno smantellando le libertà individuali e democratiche. L’Italia - ha concluso Zan - deve decidere di stare dalla parte dei diritti e non dalla parte delle discriminazioni».
GAY PRIDE A ROMA
Sono migliaia le persone tornate in piazza nella Capitale che quest’anno, pur dovendo rinunciare ai carri e al palco, non si presenta meno colorato delle scorse edizioni. A portare il sostegno alla manifestazione anche personaggi della politica come la Madrina delle unioni civili, Monica Cirinnà, Massimiliano Smeriglio, i candidati sindaco Roberto Gualtieri e Carlo Calenda, Imma Battaglia. Tra le bandiere arcobaleno spiccano anche slogan pro Ddl Zan e contro il Vaticano che, nei giorni scorsi, si è pronunciato contro l’approvazione della legge di contrasto all’omofobia. Una critica che per gli organizzatori è «caduta a fagiolo» per dare ancora più spinta alla partecipazione di questo appuntamento. Il corteo è partito da piazza Vittorio e si è concluso a piazza della Repubblica. Centinaia di persone, tra cui moltissimi adolescenti per i diritti Lgbt+. Tra gli slogan scanditi da un gruppo di giovanissimi che con i colori dell’arcobaleno ha improvvisato un palchetto, “Vogliamo i nostri diritti”, “Ddl Zan”, “Libertà”, ma anche “Vaticano vaff…”. “Italia Stato laico, Vaticano Stato invasore”, recita un cartello. Al sit-in tra le varie sigle l’Arcigay, la Rete Rainbow e il Partito Gay con il candidato a sindaco di Roma Fabrizio Marrazzo.
LE LATRE TAPPE ITALIANE
Sabato in piazza anche ad Ancona, L’Aquila, Faenza e Martina Franca, che hanno accolto la cosiddetta “onda pride”, mentre domani è in programma in sei citta della Toscana, Arezzo, Firenze, Livorno, Pisa, Pistoia e Siena. Si proseguirà per tutta l’estate: il 3 luglio a Bologna, Verona, Napoli, il 10 a Cagliari e il 24 a Rimini, mentre il 21 agosto a Brindisi e il 4 settembre a Catania.
GAY PRIDE NEL MONDO
Migliaia di persone ieri hanno sfilato a Tel Aviv, una delle città più gay-friendly del mondo, ma ci sono state parate anche Parigi, Siviglia e Los Angeles (che ospiterà il Trans Pride), mentre a Dublino, tradizionalmente il Gay Pride più famoso, perché dura dieci giorni, quest’anno si è accontentata di un evento virtuale, sempre a causa del Covid. Il calendario, però, è ricco: il 3 luglio sono in programma le parate di Budapest e Monaco, il 15 luglio sarà la volta del London Pride Festival, il 16 di Francoforte. Per Berlino, bisognerà attendere il 24 luglio. Agosto sarà il mese di Praga, Reykjavík, Amsterdam, Stoccolma, Montreal, Copenaghen e della Silicon Valley. E si andrà avanti in altre città anche a settembre e ottobre.
IN TURCHIA
La polizia turca è intervenuta duramente durante una marcia non autorizzata, organizzata dalla comunità Lgbt; al momento risultano essere state arrestate 20 persone tra cui il fotografo dell’agenzia di stato turca Anadolu, Bulent Kilic. La marcia era stata organizzata attraverso appelli social media in seguito al diniego a organizzare il gay pride nel quartiere asiatico di Maltepe. Il permesso è stato negato dalla prefettura di Istanbul per motivi di «ordine costituzionale, salute pubblica e contrarietà alla morale». A partire dalle 15 circa 300 persone si sono radunate in una parallela della centralissima via Istiklal, prima che la polizia reprimesse la marcia con un duro intervento.