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Carcere Santa Maria Capua Vetere: video mostra le violenze. Picchiato anche detenuto in carrozzina

In ginocchio con le mani dietro la testa e la faccia rivolta al muro. Poi le manganellate e i calci, anche ad un uomo in carrozzella. Sono le umiliazioni e le violenze impresse nei video del carcere di Santa Maria Capua Vetere e che hanno per protagonisti alcuni agenti di polizia penitenziaria, ora indagati dalla Procura, per le percosse sui detenuti. Le immagini, pubblicate in esclusiva dal quotidiano Domani, mostrano le ore in cui si è consumata quella che il gip ha definito negli atti «un’orribile mattanza» avvenuta all’interno dell’istituto di pena il 6 aprile 2020. In alcune immagini si vedono gli agenti che creano corridoi umani per costringere i detenuti a passarci in mezzo. Poi le botte e gli spintoni, fino alle celle. Stessa identica scena nel passaggio verso le scale.

Alcuni detenuti zoppicano, altri si tengono in piedi a stento, finendo per adagiarsi sul pavimento. Tutti sono costretti a tenere le mani sulla testa, prestando così il fianco alle manganellate continue anche da parte di agenti in tenuta antisommossa, con caschi e scudi protettivi. In una delle ultime immagini un detenuto viene trascinato a terra da alcuni agenti mentre altri continuano a picchiarlo con i manganelli.

Sindacato Uspp: "Chi ha sbagliato paghi ma no gogne"

«Quanto accaduto il 6 aprile 2020 al carcere di Santa Maria Capua Vetere è la conseguenza delle rivolte dei detenuti verificatesi nei giorni precedenti, quando i reclusi si sono barricati nell’area detentiva del carcere oscurando telecamere e provocando danni. Ci sono stati sicuramente sbagli tra i poliziotti della penitenziaria che hanno effettuato la perquisizione, e chi ha sbagliato deve pagare, ma non possiamo accettare questa gogna mediatica cui sono stati sottoposti gli agenti coinvolti, con nomi, foto e persino tesserini di riconoscimento pubblicati sui media. Né che si generalizzi: il Corpo è sano e tra mille difficoltà e carenze, porta avanti il sistema delle carceri». E’ quanto ha affermato il presidente nazionale del sindacato della Penitenziaria Uspp Giuseppe Moretti, intervenuto oggi con il suo vice Francesco Laura e il segretario campano Ciro Auricchio all’esterno del carcere di Santa Maria Capua Vetere. Manifestazione in «segno di vicinanza agli agenti» dopo l'operazione dei carabinieri, coordinata dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere, che ha coinvolto due giorni fa una cinquantina di poliziotti della Penitenziaria in servizio proprio all’istituto casertano, otto dei quali finiti in cella, 16 ai domiciliari mentre per gli altri sono arrivate le misure della sospensione dal lavoro e dell’obbligo di dimora; tutti sono ritenuti responsabili dei pestaggi avvenuti il 6 aprile 2020 ai danni di quasi 300 detenuti del Reparto Nilo durante una perquisizione disposta dal Provveditore regionale alle carceri Antonio Fullone (raggiunto dalla misura sospensiva), che inviò 283 agenti. «I poliziotti coinvolti vanno giudicati nei tribunali, non sui media - continua Moretti - perché ciò porta alla delegittimazione del Corpo, creando problemi in tutte le carceri».

Moretti si rivolge poi al Ministro Cartabia: «Ora più che mai - dice - è necessario un protocollo unico sulle regole di ingaggio da parte dei poliziotti penitenziari; con il sistema delle celle aperte che ci è stato imposto dall’Europa inoltre, è scomparsa l’osservazione dei detenuti da parte degli agenti, e ciò rende più difficile controllare cosa avviene nelle celle. Ci si dimentica sempre poi che anche gli agenti subiscono violenze: nel 2020 abbiamo contato quasi 800 aggressioni di detenuti verso poliziotti. Siamo d’accordo con la dotazione delle body-cam per gli agenti» conclude Moretti. Per il vice-presidente Laura, «se viene arrestato un rapinatore, vengono diffuse solo le iniziali; perché per gli agenti non è stato così?». Il segretario regionale Uspp Ciro Auricchio ribadisca le «gravi carenze di organico» delle carceri campane: in tutta la regione mancano 600 poliziotti, 150 dei quali a Santa Maria Capua Vetere. Chiediamo maggiore attenzione al Ministro».

 

 

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