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Aereo precipitato a Milano: tra le vittime due italiani e il miliardario romeno Dan Petrescu

In attesa dell’ufficialità derivata dalle comparazioni dei profili genetici, considerando l’assenza di una lista passeggeri ufficiale, la polizia di Stato è risalita alle otto plausibili vittime dell’incidente aereo, riconducibili a due gruppi familiari. Questo l’elenco: Dan Petrescu, 68 anni, cittadino romeno; la moglie Righina Petrescu, 65 anni; il figlio Dan Stefan Petrescu, 30 anni, con doppia cittadinanza romena-tedesca; Julien Brossard, 36 anni, cittadino canadese amico del figlio.

L’altra famiglia era composta da: Filippo Nascimbene, nato a Pavia nel 1988; il figlio Rafael di un anno (nato nel capoluogo lombardo nel 2020); la moglie Claire Alexandrescou, 1987, cittadina francese; la madre di Claire, signora Miruna Anca Wanda Lozinschi, del 1956, cittadina francese.

Era considerato l’uomo più ricco e altrettanto invisibile della Romania, un imprenditore dal patrimonio miliardario ma dallo stile di vita opposto a quello del suo grande socio d’affari Ion Tiriac, grande tennista e poi business man conosciuto in tutto il mondo anche per i suoi eccessi. Dan Petrescu invece passava inosservato e l’aereo privato era uno dei suoi veri pochi lussi. Lo pilotava da solo e il decollo dall’aeroporto di Linate alle 13.04 è stato l’ultimo: dopo 3 minuti di volo è precipitato contro una palazzina a San Donato Milanese e con lui sono morti anche suo figlio, sua moglie e un altro nucleo familiare italo-francese con un bimbo nato da pochi anni. Difficilissima l’opera di riconoscimento delle vittime vista la violenza dell’impatto con l’edificio, con i vigili del fuoco che sono riusciti a recuperare un solo corpo, e anche per l'assenza di un registro dei passeggeri, non previsto per i voli nazionali.

Tra loro ci dovrebbe essere due itlaiani, uno dei quali  Filippo Nascimbene, lombardo di 33 anni, con la moglie, il figlio piccolo e la suocera, che sono invece di nazionalità francese. Due quindi i consolati coinvolti che hanno lavorato con il Ministero degli Esteri per identificare ufficialmente le persone coinvolte. Petrescu era partito da Bucarest giovedì scorso a bordo del suo Pilatus PC12, monomotore a turboelica che può ospitare 8 passeggeri che aveva comprato nel 2015 assieme a un altro dei suoi soci, Vova Cohn, ex azionista della squadra di calcio della Dinamo Bucarest. Aveva poi partecipato al battesimo del piccolo bambino, figlio di amici di suo figlio Dan Stefan, 30 anni, ricercatore in Canada e nato a Monaco di Baviera, dove la famiglia Petrescu si era rifugiata per scappare dal regime comunista di Nicolae Ceausescu. Tornato in patria dopo il 1989, aveva iniziato a investire nel mercato automobilistico e soprattutto in quello immobiliare. Aveva vaste aree e numerosi edifici che iniziò a vendere alle grandi catene commerciali come Metro e Real, accumulando un patrimonio stimato in 3 miliardi di euro, al punto che il suo amico Tiriac lo ha spesso definito «l'uomo più ricco della Romania». «Miliardario ombra» un’altra delle definizioni dei media romeni, che lo descrivono come un uomo d’affari riservato, schivo e molto poco amante dei riflettori. Tra le sue tante proprietà c'è anche una villa in Sardegna, dove lo attendeva la madre 98enne. Ma il suo aereo a Olbia non è mai arrivato.

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