Domenica 17 Novembre 2024

Chiuso il maxi-rave party illegale di Torino, 3.000 identificati

 
 
 
 
 

Il maxi-rave party illegale alle porte di Torino, che nei giorni scorsi ha avuto fino a oltre 5.000 partecipanti, si è concluso lasciando una scia di polemiche e proteste ma anche soddisfazione, per la riuscita della festa, tra i giovani del "teknival". E cumuli di rifiuti e detriti nell’ex capannone industriale occupato per tre giorni dagli amanti della musica techno. Gli ultimi ravers hanno lasciato il raduno questa mattina, con il filtro della forze di polizia che hanno continuato a identificarli. Complessivamente sono stati annotati i nomi di quasi 3.000 giovani, in gran parte italiani, giunti nel capoluogo piemontese un po' da tutte le regioni, ma molti anche francesi e da altri paesi europei. Il maxi rave era stato infatti organizzato per festeggiare i 15 anni di attività di un noto sound system torinese. «E' stata una festa molto ben organizzata - dicono due ragazze, l’una lombarda l'altra veneta, lasciando Torino - molti di noi non si vedevano da prima del lockdown. E, rispetto ad altre feste, non c'era gente strafatta, nessuno ha esagerato. Avevamo solo voglia di stare in compagnia». La musica era proseguita anche per tutta la notte scorsa, sia pure i sordina rispetto ai primi due giorni, e questa mattina erano ancora a centinaia i giovani in giro tra l’ex fabbrica e i boschi circostanti tra Borgaretto e Nichelino, non lontano dalla tangenziale autostradale e dalla monumentale Palazzina di caccia di Stupinigi, residenza reale che fa parte del patrimonio Unesco. Quando polizia e carabinieri sono entrati nel capannone hanno trovato montagne di rifiuti, bottiglie in plastica e in vetro, resto di cibi, e la struttura per una gigantesca torta, quella preparata per i 15 anni di attività del sound system. Fuori dal fabbricato, sono rimaste auto e camper abbandonati dai partecipanti al raduno che non avevano potuto rientrare nell’area per gli sbarramenti creati dalle forze dell’ordine. Dopo le accuse di una linea troppo morbida rivolte da politici di destra al ministro dell’Interno, e le polemiche per i tre agenti rimasti feriti domenica, oggi il sindaco di Torino e della Città metropolitana Stefano Lo Russo è intervenuto a favore dell’operato di Luciana Lamorgese, oltre che delle autorità di sicurezza locali. «Faccio i complimenti al prefetto e alle forze dell’ordine - ha detto - per come hanno saputo gestire una situazione improvvisa e molto, molto complessa. Mi sembrano del tutto strumentali le polemiche politiche nei confronti del ministro dell’Interno che denotano una pochezza di argomenti e soprattutto una scarsa lucidità». Per il primo cittadino di Torino «è stato fatto il massimo» per «governare un fenomeno davvero complesso». Ma la leader di FdI Giorgia Meloni invita a sostenere la mozione di sfiducia contro la ministra: "l'Italia non è più al sicuro con lei al Viminale», scrive.

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