Giampiero Galeazzi, addio. Il mondo dello sport in lutto per la morte del giornalista. È morto a Roma Giampiero Galeazzi, storico telecronista sportivo, conduttore televisivo, giornalista ed ex campione di canottaggio. Galeazzi, volto popolarissimo da decenni, aveva 75 anni ed era malato da tempo. Indimenticabili le sue telecronache, in particolare quelle dell’amato canottaggio con i trionfi olimpici dei fratelli Abbagnale. Conosciuto anche con il soprannome di Bisteccone (affibbiatogli dal giornalista Gilberto Evangelisti) per la sua mole, di origini paterne piemontesi (provincia di Novara), laureato in Economia con tesi in statistica e passato per qualche mese nell'ufficio marketing e pubblicità della FIAT a Torino, fu professionista nel canottaggio: vinse il campionato italiano nel singolo nel 1967 (che gli valse la medaglia di bronzo al valore atletico) e nel doppio con Giuliano Spingardi nel 1968 e in quell'anno partecipò alle selezioni per le Olimpiadi del 1968 a Città del Messico. Il padre aveva vinto nel 1932 gli europei nel "due senza". Non ancora abbandonata la carriera sportiva, fu assunto dalla RAI come giornalista sportivo, grazie a Evangelisti, dapprima in radio. Fu subito inviato alle Olimpiadi del 1972 a Monaco di Baviera; per un imprevisto a Mirko Petternella, bloccato nell'impianto di scherma, effettuò la sua prima radiocronaca nella sua disciplina, il canottaggio. La voce dello sport in tv, o per tanti amici bisteccone, per via della sua stazza, indimenticabili restano le sue telecronache. Nato a Roma il 18 maggio 1946 in gioventù, dopo la laurea in economia era diventato professionista di canottaggio.
Dalla "Domenica sportiva" a "90esimo minuto", passando per "Domenica In"
Negli Anni Ottanta fu anche inviato della Ds per gli incontri più importanti della Serie A. Galeazzi fu anche inviato Rai per l’incontro di Reykjavik fra Gorbaciov e Reagan nel 1986 e passò poi a condurre trasmissioni storiche come «90esimo minuto» dal 1992 al 1999 e ha partecipato al festival di Sanremo del 1996 con Pippo Baudo. Nel 2010 e nel 2012 ha partecipato a Notti Mondiali e Notti Europee, entrambe trasmissioni Rai. L’ultima apparizione di Giampiero televisiva risale a tre anni fa a Domenica In.
L'addio del mondo dello sport
«Momenti e parole che resteranno immortali, ciao Giampiero», lo scrive la Roma sui propri canali social per ricordare Galeazzi. "Ciao Giampiero! Grazie per aver vissuto lo sport da atleta prima e da giornalista poi. Alla tua voce, carica di entusiasmo e passione, sono legati i ricordi di tante emozioni azzurre. Sono certa che stasera anche lo Stadio Olimpico saprà ricordarti per come meriti". Così il sottosegretario allo Sport, Valentina Vezzali, rende omaggio su Twitter al giornalista sportivo Galeazzi, morto oggi a 75 anni.
L'urlo liberatorio per la vittoria degli Abbagnale
«Andiamo a vincere!». L’urlo liberatorio per celebrare l’impresa dei fratelli Abbagnale alle Olimpiadi di Seul '88, dopo una telecronaca incalzante e ansimante: sarà questo probabilmente il ricordo più vivido di Giampiero Galeazzi, morto oggi a 75 anni dopo una lunga malattia. Giornalista sportivo ma anche molto di più: conduttore, intrattenitore, telecronista, con un passato da giovane campione del canottaggio. Alto, corpulento, imponente, "Bisteccone" ha vissuto tante vite, e ognuna di successo: promettente canottiere, vinse il campionato italiano nel singolo nel 1967 (che gli valse la medaglia di bronzo al valore atletico) e nel doppio con Giuliano Spingardi nel 1968 e in quell'anno partecipò alle selezioni per le Olimpiadi del 1968 a Città del Messico. Poi la scelta del giornalismo, l’assunzione in Rai nei primi anni '70, le prime Olimpiadi (Monaco 1972) dove esordì con la prima telecronaca del suo amato canottaggio. Negli anni '80 arrivano la Domenica sportiva, Mercoledì sport, 90mo minuto, trasmissioni storiche in cui l’innata spontaneità e affabilità di Galeazzi si sposa perfettamente con un calcio ancora antico, dove i giornalisti potevano scendere in campo subito dopo le partite. «In questo momento sono triste: Giampiero ha accompagnato non solo la nostra vita sportiva in maniera intensa e totalizzante, ma nel tempo è diventato anche una persona di famiglia, con cui si era creato questo connubio. Un personaggio anche sui generis se vogliamo, ma con lui voce e impresa sportiva diventavano una cosa sola. E quella telecronaca è storia della tv». Giuseppe Abbagnale, col fratello Carmine, vinse l’oro olimpico del canottaggio a Seul '88 ma quell'impresa è tutt'uno con la telecronaca di Galeazzi. «Con lui - dice Abbagnale, attualmente presidente della federcanottaggio - ho sempre avuto un rapporto vero, leale. Con Giampiero c'è sempre stata empatia».
Le interviste memorabili a Maradona e Platinì
Memorabili le sue interviste volanti agli eroi di quello che all’epoca era il campionato più bello del mondo, da Maradona a Platini, da Bruno Conti a Liedholm neo campione d’Italia. Gli interlocutori, abbracciati e letteralmente sovrastati dal cronista, non potevano esimersi da rivelare a caldo le loro emozioni. E poi le Olimpiadi storiche, quella di Seul appunto, seguita dai trionfi azzurri di Antonio Rossi nel 2000, altro grande canottiere, e altra mitica telecronaca. Tra gli anni '90 e i 2000 il «personaggio» Galeazzi diventa una star televisiva a tutto tondo, dando prova di grande e divertita autoironia sulla sua proverbiale stazza: balletti a Domenica In con l’amica Mara Venier, canzoni, sketch, il doppiaggio del film Space Jam. E l’affettuosa imitazione di Nicola Savino, che diventa un cult con il suo Galeazzi chiamato a fare telecronache delle discipline più assurde. Se ne va un modello inimitabile di cronista sportivo, capace di trasformare le gare in momenti epici, l’unico in grado di mettere in secondo piano, anche grazie a una solida competenza tecnica (da non dimenticare le impeccabili telecronache del tennis, spesso in coppia con l’amico Adriano Panatta), gli stessi atleti di cui esaltava le gesta. Malato da tempo, l’ultima apparizione in tv è proprio a Domenica In dalla Venier, in una lunga intervista fatta più di silenzi e di sguardi che di parole, conclusa con il pianto della conduttrice e un lungo abbraccio.