Le molestie alla giornalista Greta Beccaglia. Giorgia Rossi: quell'animale l'avrei colpito con il microfono
«L'indifferenza intorno a me. Tutti vedevano, nessuno diceva niente. Ma vuole sapere la dinamica precisa? Prima quell'uomo si è sputato sulla mano e poi mi ha dato uno schiaffo sul sedere, violento, che ha fatto male anche fisicamente», spiega in questo modo l’aggressione subita fuori dallo stadio di Empoli, alla fine di Empoli-Fiorentina, mentre era collegata in diretta tv per raccogliere gli umori del dopo-partita la giornalista sportiva di Toscana Tv Greta Beccaglia in un’intervista al Corriere della Sera. E aggiunge: «Ero disorientata, sconvolta. Ma cercavo di mantenere un atteggiamento professionale per rispetto nei confronti dei telespettatori. Sono stati due minuti e mezzo tremendi, dopo le prime molestie c'è stato anche un uomo incappucciato che si è avvicinato per toccarmi. E tutto proprio nel giorno in cui la serie A scendeva in campo con il segno rosso sul volto per sensibilizzare sul tema della violenza alle donne. Assurdo. Mi ha sconvolto lo sguardo di quei tifosi, erano sguardi feroci, da carnefici».
Giorgia Rossi: "L'avrei fatto finire non so dove, quell'animale"
«Come avrei reagito? L’avrei fatto finire non so dove, quell'animale. Reazione fisica, violenta. Un colpo ben assestato, magari col microfono, dove può fare molto male. E mi sono spiegata, credo». Così si esprime Giorgia Rossi, giornalista di Dazn, in merito alla molestia subita in diretta tv dalla collega di Toscana Tv Greta Beccaglia. Poi aggiunge: «A me non è mai successo, nessuna molestia nè fisica nè verbale. Ma credo proprio che diventerei una furia, se mi accadesse. Ho scelto di vivere in un mondo in cui, inutile negarlo, c'è ancora tanto maschilismo. Ne ero consapevole, sapevo fin dall’inizio che mi sarebbero serviti competenza e artigli. Ho affilato sia l’una che gli altri». Per poi constatare: «Una parte del calcio è ancora ferma lì. E in questo, devo dirlo, non ci hanno aiutato i social, che spesso sono solo apparentemente moderni. Troppi commenti cattivi, spietati, gratuiti: ti usano come comodissimo bersaglio. Ti metti una gonna? Stai provocando, ti approfitti della tua bellezza. Un look più maschile? Non sei vestita bene, sei sciatta. Ma perchè? Perchè? Ti senti trattata come un oggetto, umiliata. E smettiamola di dire che quelle sono solo parole. La violenza verbale può far molto male, anche a chi, come me, lavora tanto ma crede di non dover dimostrare nulla», conclude Rossi.
Ilaria D'Amico: "La cosa che sconcerta è il commento del collega in studio: "Dai non te la prendere"
«Più ancora che la pacca sul sedere, quello che sconcerta di questa storia della giornalista palpeggiata in diretta tivù è il commento del suo collega dallo studio: 'Dai, non te la prendere. Minimizzazione immediata di quanto accaduto e quindi assoluzione del palpeggiatore», osserva in un commento su La Stampa Ilaria D’Amico, nota firma e volto del calcio in tv, secondo cui «quella che abbiamo visto ieri è la violazione pubblica del corpo di una donna nelle sue parti più intime, fatta senza ritegno e senza alcun pudore: il palpeggiatore nostrano non si nasconde, cammina, punta al sedere e prosegue soddisfatto e senza fretta nel suo percorso». E accusa: «Tutto questo può succedere perchè lui sa che quel gesto non porta con sè una condanna profonda di chi lo circonda e inoltre gode dell’immunità fornita da tutta la comunità maschile. Dico tutta la comunità maschile perchè oggi, e da oggi, non ho più voglia di fare dei distinguo, di dire che ci sono uomini diversi, che sentono come noi donne il senso di quella violenza. Perchè io, noi, le femmine d’Italia e del mondo, la voce e la mano protettiva e realmente solidale dell’uomo non la sentiamo» e «la vostra reale indifferenza è l’incubatore stesso della violenza», conclude Ilaria D’Amico.
Rossella Lauro assessore ai Lavori Pubblici a Procida: "La mia delega una sorta di introspezione nel genere maschile"
«La delega ai lavori pubblici è una sorta di introspezione quotidiana nel genere maschile. Il direttore dei lavori, il capo cantiere, l’operaio, il funzionario della Regione. Io vedo solo maschi, sempre maschi, tutti maschi. E spesso non si capacitano che io esista, e che anzi sia l’assessore delegato». E’ quanto racconta in un’intervista a Il Fatto Quotidiano Rossella Lauro, assessora ai Lavori pubblici di Procida, il comune dal 1 gennaio capitale italiana della cultura, nel tratteggiare un carattere antropologico del maschio italiano e della sua proiezione in politica. Poi sottolinea: «Attraversare l’universo maschile che detiene i cordoni della borsa è stata un'altra utile esperienza». E racconta: «Vado in Regione con il direttore dei lavori e il funzionario che ci riceve, convinto che fossi la segretaria (una donna può fare altro che la segretaria?), inizia a dibattere col mio funzionario. Interrompo l’amabile conversazione e gli chiedo di rivolgersi a me» perchè «gli appaltatori si dirigono verso il maschio senza nemmeno l’ombra del dubbio. Spesso mi sono sentita un’astrazione, un ologramma. Non esistevo». Mentre un altro giorno «andando al porto, attraversai un cantiere. E gli operai a fischiettare scemenze: cuoreeee, amoreee. Il giorno dopo mi fermai: sono l’assessora ai lavori pubblici, piacere». Commenta l’assessore Lauro: «Sono disabituati, è del tutto estraneo al loro mondo che una donna possa organizzare lavori prevalentemente maschili. Rifiutano l’idea. Ma l’assessore deve avere sotto controllo la situazione. Non distrarsi mai. Procida è un lembo di terra, isola bellissima ma faticosa. Ogni lavoro costringe a sacrifici che altrove non si fanno».
Diletta Leotta: Greta vittima gesti intollerabili e riprovevoli
Anche Diletta Leotta ha voluto esprimere solidarietà a Greta Beccaglia, la giornalista di Toscana Tv molestata ieri da alcuni tifosi alla fine di Empoli-Fiorentina. «Voglio dire basta alla violenza sulle donne - ha detto la giornalista e conduttrice di Dazn poco prima di lasciare spazio a Napoli-Lazio - e con un gesto simbolico ma che ha grande significato (striscia rossa sulla guancia, ndr), voglio esprimere solidarietà alla giornalista che ieri è stata vittima di gesti intollerabili e riprovevoli. Ci siamo stancate tutte e tutti, basta alla violenza sulle donne».