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Cosenza, il fotografo bullizzato. La denuncia di Pasquale Golia: “Offeso da uno steward per il mio aspetto fisico” FOTO

Pasquale Golia è un avvocato di Cassano Ionio con la passione per la fotografia sportiva. Da anni scende in campo (nel vero senso della parola), quando c'è da immortalare momenti di sport significativi nella sua provincia (ma non solo). Ha fatto capolino anche alle Olimpiadi di Tokyo, oltre ad aver immortalato diverse gare di serie A, qualificazioni ai Mondiali e partite delle Coppe europee che vedono impegnate le squadre italiane. Per non parlare del Giro d'Italia, sua autentica passione.

E il sabato pomeriggio (o domenica, a seconda del calendario) si reca al “Marulla”, teatro calcistico del Cosenza. Accade da anni. In occasione dell'ultima partita però, al di là del sapore amaro della sconfitta, l'avvocato Golia ha lasciato lo stadio con un retrogusto ancor più sgradevole perché, nel corso della partita, sarebbe stato “bullizzato da uno steward” per il suo aspetto fisico, come ha raccontato in un lungo post-sfogo sul proprio profilo Facebook. Il fotografo cassanese ha ricevuto la solidarietà di altri fotoreporter, giornalisti, amici, gente comune e altri steward che hanno dichiarato di non sentirsi rappresentati dal “collega” che si è reso protagonista di questo episodio da censurare. A distanza di poco tempo dall'episodio che ha riguardato la giornalista Greta Beccaglia, un'altra volta è l'aspetto fisico a risaltare più che le qualità dei professionisti. Purtroppo.

Lo sfogo nel post

"Giro il mondo per raccontare sport da quasi 15 anni - scrive Golia - e non mi era mai capitata una cosa simile: purtroppo è capitata oggi al San Vito -Marulla, è la cosa va avanti dalla scorsa stagione purtroppo, nella mia Cosenza. Uno steward si permette il lusso di beffeggiarmi ed umiliarmi continuamente, è capitato questo pomeriggio nuovamente appena ho messo piede allo stadio, nel mentre lo stesso chiude un occhio verso condotte proprio non consone di altri miei colleghi bordocampisti. Il tutto nel silenzio di chi dovrebbe vigilare anche su chi è chiamato a garantire la sicurezza nello stadio ma che evidentemente preferisce fare altro o meglio fare il bullo con chi, come me, per essere lì ha dovuto fare gavetta, iscriversi ad un ordine professionale e mettersi ogni domenica in gioco. Una discriminazione bella e buona per il solo fatto di essere fisicamente diverso. Ora però non ci sto più. Voglio fare il mio lavoro con la giusta serenità e non essere vessato da un bullo travestito con una casacca gialla. Purtroppo nel calcio ed a Cosenza succede anche questo. Ora mi aspetto che la società Cosenza Calcio, in prima linea contro le discriminazioni, intervenga. Lo farò anch’io denunciando la cosa pubblicamente ed alma Lega B. Cose simili non debbono accadere, non posso accettare di essere bullizzato solo per il mio aspetto fisico!!!"

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