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Chi è Raul Esteban Calderon, presunto killer di Fabrizio Piscitelli (noto come Diabolik)

«E' acclarato che Calderon svolga la funzione di killer in maniera per così dire professionale». Lo scrive il gip di Roma nell’ordinanza con cui ha convalidato il fermo di Raul Esteban Calderon, accusato di essere il killer di di Fabrizio Piscitelli, noto come Diabolik, il capo ultras della Lazio ucciso a Roma nell’agosto del 2019. Ad incastrare l’uomo, 50 anni di origini argentine, anche un video che ha ripreso le fasi dell’agguato avvenuto nel parco degli Acquedotti. Gli inquirenti sono arrivati all’uomo anche analizzando i tatuaggi presenti sul corpo del sicario.

Nato a Buenos Aires nel 1969, è arrivato in Italia alla fine degli Anni Novanta. Il suo primo arresto risale al 2003: stava tentando di rubare una Fiat Panda sul litorale di Roma. Nella Capitale si specializza in furti d’auto e rapine in banca: tra i suoi complici c'è anche Augusto Giuseppucci, fratello di Franchino Er Negro, considerato uno dei fondatori della Banda della Magliana. Sarebbe artefice pure della rapina di Grosseto nel 2016, quando tra i travestimenti suoi e dei suoi complici spuntano una parrucca bionda e un passeggino, dentro al quale la banda nasconde le armi.

Per il gip, in merito alle esigenze cautelari, sussiste «il pericolo di fuga dell’indagato, in quanto si tratta di soggetto che, a parte ogni considerazione sulla sua nazionalità e sui suoi permanenti legami con il suo Paese di origine ha contatti continuativi con altri Paesi, in particolare con la Spagna, come emerge dal contenuto di un’intercettazione ambientale nella quale Bennato afferma di aver fatto temporaneamente allontanare da Roma Calderon con l’intento di farlo rientrare nel giro di un paio di mesi, in vista di un omicidio da compiere nel mese di giugno» è detto nell’ordinanza.

Raul Esteban Calderon è stato tradito da un tatuaggio sul polpaccio, coperto da una fasciatura durante le fasi dell’omicidio: «Un rilevante elemento per l’identificazione del sicario è la presenza di una fasciatura atta a coprire il polpaccio destro. Grazie ai filmati eseguiti dalla polizia giudiziaria il settembre 2019 si evidenziava che sulla gamba destra di Calderon comparivano due tatuaggi» si legge nell’ordinanza di convalida del fermo del gip.

"Lo sa tutta Roma chi è stato"

«...Perchè è morto pure quello, a sedè sulla panchina stava, a fumà la sigaretta, ha preso na revolverata qua dietro! E altri due de quelli là che hanno sparato, vabbè so morti quelli che hanno sparato a Leandro». Questo quanto si legge in un’intercettazione riportata nell’ordinanza di convalida del fermo per Raul Esteban Calderon in cui il gip di Roma sottolinea come dalle parole di Enrico Bennato, «si evince chiaramente il contesto di lotte tra gruppi, e l’attribuzione dell’omicidio Piscitelli al proprio gruppo». «Nella conversazione del 20 aprile è esplicita l’attribuzione a Raul Calderon dell’omicidio Piscitelli quale esecutore materiale. Parlando ancora degli omicidi già commessi e di quello in programma per il successivo mese di giugno, Enrico Bennato afferma espressamente che a uccidere Diabolik è stato "Francisco" (soprannome di Calderon, ndr.), fatto noto a tutti pure se gli inquirenti non hanno le prove.

«Mo Francisco do sta?» chiede l’interlocutore. «E' scappato via, l’ho mandato via in Spagna. Non lo dì mancolo sanno che l’ha ammazzato lui quello sulla spiaggia ohha ammazzato Diabolik. Lo sa tutta Roma... le guardie però non hanno le prove. Io so indagato oh! So indagato de Diabolik, mo a San Basilio e quello sulla spiaggia...». «Le parole di Bennato appaiono particolarmente credibili - scrive il gip - non soltanto per il contesto riservato in cui sono pronunciate all’interno della propria abitazione e rivolte a persone di cui sembra avere piena fiducia ma anche perchè egli confessa il proprio coinvolgimento in uno degli omicidi di cui stanno parlando, quello dell’albanese Sheajh e 'accusà altresì il proprio fratello Leandro, quale mandante dell’omicidio Piscitelli».

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