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Terremoto in provincia di Catania, sequenza sismica di cinquanta scosse. Ecco cosa sta succedendo

Dalla serata di ieri, 23 dicembre 2021 - si legge sul sito dell'Ingv -  la Rete Sismica Nazionale ha registrato una una sequenza sismica localizzata a sud-ovest della città di Catania. Sono stati una cinquantina i terremoti registrati fino alle 15:00 di oggi (24 dicembre 2021).

Dalla serata di ieri, 23 dicembre 2021 - si legge sul sito dell'Ingv -  la Rete Sismica Nazionale ha registrato una una sequenza sismica localizzata a sud-ovest della città di Catania. Sono stati una cinquantina i terremoti registrati fino alle 15:00 di oggi (24 dicembre 2021). L’evento di magnitudo maggiore, Ml 4.3 (Mw 4.3), si è verificato alle 22:33 del 23 dicembre ed è stato avvertito in larga parte della Sicilia Orientale, in particolare nelle province di Catania e Siracusa.

Altri eventi sono stati avvertiti dalla popolazione, in particolare quello delle 21:38 di magnitudo Ml 3.3 e quello di questa mattina alle ore 07:14 di magnitudo Ml 3.1. Altri 16 terremoti hanno avuto una magnitudo compresa tra 2.0 e 2.9.

La sequenza di terremoti iniziata nella tarda serata del 23 dicembre si localizza poco più a sud del margine meridionale dell’Etna, in una zona che vede la presenza di diversi elementi importanti dal punto di vista geologico e tettonico: l’Etna, uno dei vulcani più attivi dell’area mediterranea, la catena montuosa siciliana, chiamata “Appennino-Magrebide”, e a sud, l’Altopiano Ibleo. Quest’ultimo è un “promontorio” caratterizzato da una porzione crostale continentale spessa 25-30 km, limitato ad est dalla Scarpata Ibleo-Maltese, un confine tettonico regionale che separa la zona continentale dal bacino ionico di tipo oceanico.

La geologia di quest’area è condizionata dalla lunga storia di convergenza, ancora attiva, tra le placche Africana ed Europea, che ha portato alla progressiva deformazione e flessione della parte più settentrionale dell’Altopiano Ibleo sotto il fronte più avanzato del sistema di pieghe e faglie della catena Appennino-Magrebide.

Storicamente, la Sicilia sud-orientale è stata interessata dal verificarsi di numerosi terremoti distruttivi (es. nel 1169, 1542 e 1693), che fanno di questa regione una delle aree a più alta pericolosità sismica in Italia. Anche se questi forti eventi sismici sono ben descritti nei rapporti storici, l’esatta posizione delle faglie che li hanno generati è ancora dibattuta, poiché non sono stati trovati effetti geologici inequivocabili in superficie.

Più recentemente, in un’area prossima alla Piana di Catania, epicentro degli eventi attuali, vanno segnalati un terrremoto accaduto nel 1959 di magnitudo 5.1 ed una piccola sequenza di terremoti registrata nel 2007 con magnitudo massima pari a 3.2.

La sequenza dei terremoti iniziata il 23 dicembre, localizzata a circa 10 chilometri di profondità, è ascrivibile ad una delle numerose faglie che caratterizzano proprio la zona in cui l’Altopiano Ibleo si incunea sotto la catena siciliana. Il meccanismo che descrive il terremoto più forte della sequenza indica una sorgente causata da sforzi compressivi diretti secondo la direzione delle spinte tettoniche regionali.

 

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