Sarà presentato il 18 febbraio 2022, all’Expo di Dubai, il microchip in grado di far cambiare colore alla mascherina protettiva quando perde la sua efficacia. L’invenzione è di un giovane 19enne di Camerata Picena, nell’Anconetano, iscritto al primo anno d’ingegneria elettronica al Politecnico di Torino. Viorel Ionut Bohotici l’ha già brevettata: l’aveva progettata oltre un anno fa e, prima di diplomarsi all’istituto d’istruzione superiore "Galilei" di Jesi, aveva realizzato un prototipo. L’idea l’ha avuta dopo aver letto che il 72% di un campione di utilizzatori di mascherine utilizzava il dispositivo così a lungo che diventava inefficace per fare da barriera al virus. «Con l’obbligo di utilizzare le mascherine ovunque ora il sensore diventerebbe essenziale - ha spiegato lo studente -: se il dispositivo filtrante non fosse ancora efficace la mascherina cambierebbe colore diventando arancione».
Lo studente ha ben impresso nella sua mente quanto le disse la sua insegnante di chimica organica e biochimica, Milva Antonelli, quando Bohotici portò l’attività del dispositivo come elaborato per l’esame di maturità: «Questa non è una tesina di maturità, ma un’ottima tesi di laurea». E’ impossibile, invece, ottenere dettagli tecnici sulla sua invenzione, nata nel laboratorio della scuola superiore: il dispositivo deve avvolgere la mascherina, che sia FFP2 o chirurgica, e si basa sulla presenza di particolari enzimi che fanno avvenire la reazione e il cambiamento di colore. «Una volta sul mercato, il dispositivo costerebbe un centesimo per mascherina», spiega lo studente che ha affidato un’indagine di mercato agli ingegneri gestionali di SitPolito, l’associazione che ha l’obiettivo di sviluppare progetti e promuovere iniziative di sensibilizzazione su tematiche di innovazione sociale di cui fa parte. Utilizzare questo dispositivo su ogni mascherina consentirebbe di «ridurre ulteriormente la possibilità di contagio e questo vale per tutte le malattie che si trasmettono via aria, con un conseguente impatto positivo sul sistema sanitario nazionale».
Ma il sistema è valido anche per altri utilizzi: «Potrebbe avere largo impiego in campo alimentare - spiega Bohotici -: il cambio di colore indicherebbe eventuali cattive conservazioni degli alimenti e segnalare anche la loro scadenza: dando una semplice occhiata all’indicatore si potrebbe capire se l’alimento è scaduto o meno (anche dopo l’apertura, ndr.), evitando dunque possibili sprechi o infezioni alimentari».
Bohotici, grazie alla sua invenzione brevettata, sta cercando di avviare una start up nel settore biotecnologico, con i suoi colleghi del Politecnico di Torino, Paolo Brancato e Vittorio Balestrazzi, ed è alla ricerca di eventuali investitori: «Ma se dovesse arrivare un’offerta giusta - dice - sarei disponibile anche a vendere il brevetto».
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