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Auto contro bus a Rezzato (Brescia): nessuna delle 5 giovani vittime aveva la patente

Nessuno dei cinque giovani morti sabato sera nell’auto che si è schiantata contro un pullman a Rezzato, in provincia di Brescia, aveva la patente. Alla guida c'era il ventiduenne Salah Nadiq, il più grande del gruppo. Il padre ha spiegato al Giornale di Brescia: «Mio figlio non aveva la patente, nemmeno suo cugino che era a bordo dell’auto e anche il terzo amico marocchino». Non aveva ovviamente la patente Irene Sala, che aveva 17 anni, e nemmeno il 19enne Dennis Guerra che, nel 2007, aveva perso un cugino di 18 anni morto anche lui in incidente stradale. Il gruppo viaggiava su un’auto prestata da un amico.

Un errore costato la vita a cinque ragazzi, morti sul colpo

Sulla dinamica dello schianto non ci sarebbero più dubbi. Chi guidava l’auto che avantieri sera a Rezzato, in provincia di Brescia, si è scontrata frontalmente contro un autobus, ha fatto tutto da solo. Un errore costato la vita a cinque ragazzi, morti sul colpo, lungo la strada che dalla Valsabbia li stava portando in città per concludere la serata. Sulla vettura, irriconoscibile dopo il tremendo schianto, c'erano Dennis Guerra, 20 anni di Sabbio Chiese; Imad El Harram, anche lui ventenne di Preseglie; Imad Natiq, 20 anni, e Salah Natiq, 22, cugini residenti a Vestone e Irene Sala, 17 anni compiuti a dicembre, che viveva a Villanuova sul Clisi. La Procura di Brescia ha già disposto il nullaosta per la sepoltura e le salme sono state restituite alle famiglie. È stato trasportato in ospedale sotto choc invece l’autista del pullman di 58 anni che viaggiava senza passeggeri e che non ha potuto fare nulla per evitare l’auto. E’ stato lui il primo a dare l’allarme. Il gruppo di amici era a bordo di un’auto prestata, non si sa per quale ragione, da un coetaneo che viaggiava su un’altra vettura, a pochi metri di distanza sulla stessa strada. E che è arrivato sul luogo dell’incidente quando ormai non c'era più nulla da fare.

Straziante il dolore delle famiglie, avvisate dagli amici

Straziante il dolore delle famiglie, avvisate dagli amici e dai parenti, che si sono trovate davanti i figli strappati alla vita troppo presto. «Erano ragazzi come tutti, nati e cresciuti in Valsabbia. Ora per noi è davvero dura» dice un parente di Imad e Salah Natiq. «Non ci sono parole per descrivere il dolore causato da questa tremenda tragedia. A nome di tutta la Comunità, esprimo cordoglio e un abbraccio di profonda vicinanza alle famiglie delle giovani vittime» scrive il sindaco di Sabbio Chiese, Onorio Luscia, su Facebook. Poco ore dopo il tragico incidente di Rezzato, si è registrata un’altra vittima sulle strade bresciane. A Torbole Casaglia, nel pomeriggio, è infatti morto l’imprenditore 34enne Alberto Bergomi, che con la sua Porsche si è scontrato con un’altra vettura. Per le strade della Lombardia è stato un fine settimana nero. Alle sei vittime bresciane si aggiunge infatti un uomo di 63 anni, investito e ucciso da un’auto la notte scorsa a Gravedona, sul lago di Como. L’investitore, un 26enne, è rimasto a sua volta ferito ed è stato arrestato dai carabinieri per omicidio stradale: dai primi accertamenti non avrebbe potuto essere alla guida in quanto la patente gli era stata ritirata. È poi risultato positivo all’alcol e all’uso di cannabinoidi. Il 26enne era alla guida dell’auto del padre e lungo la statale Regina, all’uscita da una curva, ha perso il controllo dell’auto e ha travolto un uomo di 63 anni di Musso, dipendente di una pizzeria di Gravedona, che era appena uscito dal ristorante per lasciare i sacchi della spazzatura. L’uomo si trovava sul ponte del torrente Liro, vicino ai cassonetti, e l'urto lo ha fatto precipitare nel greto, circa tre metri più sotto.

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