A due anni di distanza dall'inizio della pandemia l'Italia cerca di ripartire. il dolore per i numerosi morti da Covid, pian piano, sta lasciando il posto alla voglia di ripartire. Anche se mai verrà cancellata la memoria di quella tragedia testimoniata, su tutte, dalle immagini delle lunghe file di camion dell'esercito con sopra migliaia di bare. Una mattanza che ha superato quota 150mila morti a pochi giorni dal triste anniversario. A oggi i decessi totali ammontano a 152.484, mentre il totale dei casi va ben oltre i 10 milioni (12.427.773). Attualmente in Italia ammonta a 1.369.778 il numero di persone positive.
Codogno, 20 febbraio 2020: dove tutto ebbe inizio
Il 20 febbraio è il giorno in cui a Codogno, nel lodigiano, viene diagnosticato il primo caso di coronavirus in Italia (tra i primissimi in Europa), quello del paziente 1, e il 18 marzo è la Giornata nazionale in memoria delle vittime dell'epidemia. Successivamente verrà dimostrato che i primi casi italiani si riscontrarono a gennaio, ma Codogno e il suo paziente 1 resteranno per sempre vivi nella memoria degli italiani.
Questa mattina, intanto, proprio a Codogno si è svolta la biciclettata 'Zona rossa gravel', con bici da gravel e mountain bike, con 350 partecipanti iscritti. Un’iniziativa patrocinata anche da Regione Lombardia e Provincia di Lodi e simbolo della ripartenza della società, nel secondo anniversario dall’inizio della pandemia di Covid in Italia. Un’iniziativa con tappe in tutti i dieci Comuni della prima zona rossa d’Italia. «Giornata importante, giornata piena di emozioni perché ritorniamo a vivere il divertimento, l’allegria, la gioia e lo sport - ha spiegato presidente della Provincia di Lodi, Francesco Passerini - speriamo che sia l’ultimo anniversario in periodo di pandemia, stringiamo ancora i denti nell’ultimo metro di questa tremenda maratona».
«Emozione fortissima ma anche tanta gioia - ha detto Pietro Foroni, assessore al Territorio della Regione Lombardia, che ha preso parte alla biciclettata - nel vedere oggi tante persone che partecipano, pronte per fare questo giro tra i Comuni della cosiddetta zona rossa. Settantadue, settantatré chilometri con calma, nel mezzo del nostro territorio, delle nostre campagne. È un’iniziativa che significa voglia di ricordare ma per guardare oltre, anche con tantissima emozione ma anche volontà di promozione del nostro territorio, della nostra campagna, dei nostri corsi d’acqua, dei nostri fiumi».
Speranza: «Il virus non sparirà a marzo, teniamo il green pass»
"Ricordo tutto di quei giorni L’Italia non era preparata ma chi lo era nel mondo? Abbiamo sempre seguito la scienza Il Covid non sparisce il 31 marzo, strumenti come Pass e protezioni vanno conservati. I vaccini ci hanno fatto vincere."Lo ha detto, in un colloquio con Repubblica, il ministro della Salute Roberto Speranza. "Questo è l’anno cruciale per capire se torneremo a un vita pienamente normale. Sono ottimista, ma la partita non è chiusa. Tra pochi mesi, un pezzo di mondo entrerà nell’autunno: osservandoli, capiremo cosa ci aspetta. A marzo parte la quarta dose per gli immunocompromessi, ma dovremo valutare il richiamo per tutti dopo l’estate. È da considerare probabile, perché il virus non stringe la mano e se ne va per sempre. Purtroppo. Il lockdown? Nessuno conosceva il virus. C'erano solo parziali informazioni dalla Cina. Non mandammo subito le camionette a chiudere tutto il Paese, provammo a circoscrivere l’area, ma ci rendemmo conto che il virus era già altrove, nelle province di Piacenza, Bergamo, Brescia. La scelta del lockdown nazionale ha evitato che la prima ondata arrivasse al Sud, salvando molte vite: questa è la verità. Molti ministri della Salute hanno lasciato dicendo: Non ce la faccio più. A volte è stata durissima, soprattutto marzo del 2020. Ma in nessun passaggio mi sono sentito solo: avevo al mio fianco la comunità scientifica italiana, il governo e il sorriso dei miei figli. Devo essere onesto, non ho mai pensato di mollare. Neanche per un istante...".
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