Per scaramanzia in tanti non erano partiti dall’Ucraina. Quasi per allontanare lo spettro della guerra, credendo fino all’ultimo alla possibilità che avrebbe prevalso il desiderio di pace. Il rumore delle bombe, le lacrime di chi è rimasto lì, le telefonate accorate hanno riportato tutti alla realtà, e adesso le associazioni ucraine in Italia chiedono all’unanimità: «Aprite al più presto le frontiere dell’Europa e corridoi umanitari». Manifestazioni, sit-in, veglie di preghiera si svolgono in tutte le piazze, il tam tam sui social rende la comunicazione più immediata: la richiesta è che la guerra finisca presto. Gli ucraini in Italia, oltre 250mila, adesso sono preoccupati: «Aiutateci a riportare in Italia i nostri cari». «Facciamo un appello alla presidente della Commissione Europea Von der Leyen affinché apra al più presto le frontiere europee al momento chiuse per chi vuole scappare dalla guerra, a meno che non si abbia un visto per lavoro o malattia. Aspettiamo con ansia questa decisione», chiede Fabio Prevedello, fondatore e presidente onorario dell’Associazione europea Italia-Ucraina. Gli fa eco Irma Vernillo, avvocato dell’Associazione Casa dell’Amicizia Italia-Ucraina, con sede a Bologna: «Ci siamo attivati con il Ministero degli Esteri affinché si crei un corrodoio umanitario tra l’Ucraina e l’Italia. Gli ucraini sono molto preoccupati, spaventati. C'è la legge marziale e tutti hanno paura. Rimaniamo aperti h24 anche per dare un supporto morale. Da stamani mi chiamano parenti di persone colpite dalla guerra, sono disperati».
Tantissime le manifestazioni in Italia, da Milano a Roma. «E' una giornata cupa, angoscia forte. Qua per esprimere la più ferma condanna nei confronti di chi usa la forza e la violenza. Chiediamo che armi si fermino, che i cittadini facciano sentire la loro voce. Il Colosseo stasera si colora coi colori della pace e domani ci sarà un corteo dal Campidoglio al Colosseo, coi colori della pace». Lo ha detto il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, al sit-in del Pd davanti l’ambasciata russa a Roma
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