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Mattarella: "Festa del Lavoro, obiettivo zero morti". Orlando: "Servono nuove regole sui salari"

E’ iniziata con un pensiero rivolto alla popolazione ucraina, vittima della guerra, la manifestazione nazionale di Cgil, Cisl e Uil, in svolgimento ad Assisi. Scuola, sicurezza sul lavoro e precarietà sono i temi affrontati negli interventi. Intorno a mezzogiorno previsti i discorsi dei segretari generali, Landini (Cgil), Sbarra (Cisl) e Bombardieri (Uil).

«Abbiamo incontrato il presidente Draghi che si era detto disponibile ad un confronto strutturato, domani però se il Cdm approva il provvedimento da 6 miliardi per famiglie, lavoratori e imprese e il governo non si confronta con le parti sociali allora probabilmente deve andare a fare un po' di ripetizioni sul metodo del dialogo sociale». Così il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri: «Quello - afferma - non è un confronto ma un’informativa, oserei dire che è una presa in giro».

Il presidente Mattarella: "Festa del lavoro è festa della Repubblica"

«Buon Primo maggio a tutti! La festa del lavoro è festa per la Repubblica». Lo ha detto il presidente Sergio Mattarella, in occasione della celebrazione della Festa del lavoro al Quirinale.
Il Primo maggio, ha proseguito il presidente della Repubblica, «rappresenta motivo di riflessione e di impegno. Il primo articolo della Costituzione costituisce il fondamento su cui poggia l’architettura dei principi della nostra democrazia e della nostra civiltà. Al tempo stesso è un pungolo, un senso di marcia, una sfida costante alle istituzioni, ai corpi sociali, alle forze produttive. Il lavoro è misura di libertà, di dignità, rappresenta il contributo alla comunità». «Il lavoro è misura di libertà, di dignità, rappresenta il contributo alla comunità. Il lavoro è strumento di realizzazione di diritti sociali. E’ motore di rimozione delle disuguaglianze, tema essenziale in un dopo pandemia che le ha aggravate e ne ha create di nuove».

«Premessa di tutto è la sicurezza sul lavoro. E’ una battaglia che viene da lontano. L’integrità della persona e della salute dei lavoratori è parte essenziale della visione che ispira il nostro patto costituzionale. E' stata ed è elemento qualificante della lotta del movimento dei lavoratori. Ma non è un tema di parte, non appartiene solo a loro. Vorremmo che intorno a questa necessità si mobilitasse il fronte più ampio, un patto di alleanza tra istituzioni, società civile, forze sociali ed economiche, per sottolineare con forza l’impegno a combattere un flagello che sconvolge la vita di troppe famiglie, rappresenta una umiliazione per il mondo delle imprese e una sconfitta per chi, producendo beni e servizi, vede la propria attività sfigurata da queste morti». Lo ha detto Sergio Mattarella, in occasione della celebrazione della Festa del lavoro al Quirinale. Per il presidente della Repubblica «ogni incidente ha un costo: umano anzitutto, morale, sociale, economico. Supera di gran lunga quello di ogni attività di prevenzione e tutela. La caduta mortale di Fabio Palotti nel vano di un ascensore, a Roma, la morte di Rosario Frisina a Gorgonzola, sono solo le ultime tragedie di una insopportabile catena che dobbiamo registrare con dolore e amarezza».
«Tanti gli infortuni che causano conseguenze mortali o gravi menomazioni permanenti. Grande impegno va messo in campo, nella applicazione di tecnologie moderne per proteggere il lavoro, consentire il recupero degli infortunati - ha esortato Mattarella - E’ uno sforzo, quello per la sicurezza, da veicolare anche attraverso il Piano nazionale di ripresa e resilienza, che rende disponibili risorse significative. Unità di sforzi, quindi, per la sicurezza sui posti di lavoro. E’ una responsabilità che appartiene a tutti».
Il capo dello Stato ha ricordato che «venerdì mattina, in Friuli, ho sottolineato la inaccettabilità, specie per i più giovani, di dover associare la prospettiva del lavoro con la dimensione della morte. Vanno incentivate le esperienze e le buone pratiche che, come in quella Regione, si propongono la stipula di protocolli tra imprese e sindacati con l’obiettivo «Zero morti». Rappresenta una prova di maturità e coesione sociale».

Il ministro Orlando: "Servono regole nuove anche sui salari"

«Bisogna essere in grado di costruire regole nuove sapendo che la precarietà è ancora più drammatica quando si accompagna a retribuzioni basse. Per questo è importante lavorare ad adeguare i salari e aprire un confronto su nuove norme che contrastino il precariato e che investano sulla formazione. Accompagnando lavoratrici e lavoratori nella transizione tecnologica ed ecologica dell’economia; non lasciando nessuno indietro». Lo ha detto il ministro del Lavoro Andrea Orlando al Quirinale. «La Repubblica italiana che, sin dall’Articolo 1 della nostra Costituzione, si dichiara «democratica» e «fondata sul lavoro» vede in questa data, che non a caso il fascismo aveva abolito, una delle ricorrenze civili più radicate ed unitarie della nostra comunità nazionale. Infatti tutta la nostra Carta è punteggiata di richiami al lavoro, alla sua dignità, sicurezza, stabilità, alla giusta retribuzione, alla parità di retribuzione fra uomini e donne».
Per il ministro «è, forse, proprio il divario fra le previsioni costituzionali e il progressivo depauperamento del valore del lavoro, ad avere creato profonde e pericolose ferite sociali che incidono, anche, sul tessuto della vita civile, sulla qualità della nostra democrazia. Negli ultimi 30 anni abbiamo assistito ad una svalutazione del lavoro. Che arriva ad un indegno svilimento quando una lavoratrice di una grande multinazionale non può andare in bagno o si viene licenziati via whatsapp. Dobbiamo invertire questa rotta e rimettere al centro la dignità del lavoro. Perché la promessa rivolta alle nuove generazioni è stata quella che il lavoro precario sarebbe stato solo l’anticamera di un lavoro stabile. Invece per molti solo la precarietà è stata stabile».

Scontri a Torino

Doppia carica della polizia al corteo di Torino quando la spezzone pacifista e arrivati in via Roma a due isolati da piazza San Carlo. Le forze dell’ordine hanno preso a manganellate i manifestanti per farli indietreggiare. Dal corteo antagonista si è levato a più riprese il grido «Vergogna!»

 

 

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