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Marta Russo, 25 anni fa l'omicidio alla Sapienza. "La memoria fondamentale per costruire il futuro"

Uno dei fatti di cronaca e dei casi giudiziari italiani più discussi e controversi: per l’omicidio di Marta Russo sono stati condannati in via definitiva Giovanni Scattone e Salvatore Ferraro (ricercatore calabrese nato a Locri nel 1967)

Il 9 maggio 1997 Marta Russo, studentessa di 22 anni, venne raggiunta da un colpo di pistola alla testa mentre era nella città universitaria La Sapienza. Oggi ricorrono, dunque, i 25 anni da quel tragico episodio, uno dei fatti di cronaca e dei casi giudiziari italiani più discussi e controversi: per l’omicidio di Marta Russo sono stati condannati in via definitiva Giovanni Scattone e Salvatore Ferraro (ricercatore calabrese nato a Locri nel 1967).

Il ricordo dell'associazione "Studenti in Movimento"

«Come associazione studentesca abbiamo deciso, per quest’anno, di ricordare i 25 anni dalla tragica scomparsa della collega Marta Russo, sotto la targa che la ricorda per depositare un mazzo di fiori insieme ai genitori di Marta e alla magnifica rettrice. Siamo stati, poi, presso la pietra d’inciampo in memoria di Peppino Impastato, figura per noi molto importante nel nostro impegno per la legalità, lungo il viale principale della città universitaria per ricordare il suo assassinio per mano della mafia». Così in un comunicato l’associazione studentesca "Studenti in Movimento". «Davanti l’aula XI del dipartimento di Scienze Politiche abbiamo ricordato Aldo Moro, con il professor Giovanni Moro, la rettrice e diversi docenti della Sapienza - proseguono -, altro punto di riferimento per noi giovani che ci spendiamo in attività politiche e di rappresentanza all’interno dell’Ateneo. La memoria è per noi un tassello fondamentale su cui basare il lavoro del presente per la costruzione del futuro. Ricordare una collega come Marta Russo, un attivista come Peppino Impastato e un docente come Aldo Moro è parte del percorso di attivismo e rappresentanza che portiamo avanti da anni e che ci vede impegnati in prima linea».

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