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Omicidio Willy, il 4 luglio la sentenza. Gabriele Bianchi si difende: "Non l'ho ucciso"

Sono quattro le persone accusate del pestaggio di Colleferro che ha portato alla morte del ragazzo di 21 anni

Slitta al 4 luglio la sentenza per l'omicidio di Willy Monteiro Duarte massacrato di botte nel settembre del 2020 a Colleferro. Lo ha annunciato il presidente della Corte d’Assise di Frosinone prima di lasciare la parola al difensore dei fratelli Bianchi, imputati assieme ad altri due per omicidio volontario.

«Nessuno dei 25 testimoni oculari poteva vedere con chiarezza quanto successo la notte del pestaggio di Willy Monteiro Duarte». È la tesi difensiva illustrata in aula, davanti ai giudici della Corte d’Assise di Frosinone, dall’avvocato Massimiliano Pica, difensore dei fratelli Marco e Gabriele Bianchi.
In una aula gremita e alla presenza dei genitori di Willy, il difensore ha affermato che «al momento del pestaggio, era buio e nessuno era in grado di vedere con chiarezza quello che stava succedendo a causa della troppa gente presente». Pica, nel corso della sua arringa, ha mostrato una ricostruzione del luogo dell’aggressione con foto e diapositive. Una versione a cui hanno assistito anche i Bianchi presenti in aula dentro le celle.

Gabriele Bianchi: "Non l'ho ucciso"

«Willy non l’ho toccato nemmeno con un dito. Io non sarei stato in grado, nemmeno se lo avessi voluto, di fare quello di cui mi si accusa». È quanto affermato nel corso di dichiarazioni spontanee davanti alla Corte d’Assise di Frosinone da Gabriele Bianchi, uno dei quattro accusati dell’omicidio: «Non ho ucciso Willy. Nel passato ho commesso qualche errore ma non sono un assassino. La morte dì Willy merita giustizia. Mi auguro che i suoi genitori trovino la serenità dopo la sentenza. Con il cuore in mano – ha aggiunto - ve lo dico e se potessi tornare indietro a quella notte, lo farei per cambiare tutto». Per Bianchi e suo fratello Marco la procura di Velletri ha sollecitato l’ergastolo.

La mamma di Willy: "Mio figlio non si è ucciso da solo"

«Io so solo che ho perso mio figlio e di sicuro non si è ucciso da solo, qualcuno è stato. Per il resto non c'è niente da commentare». Lo ha detto Lucia Monteiro Duarte, madre di Willy, lasciando il palazzo di giustizia di Frosinone al termine dell’udienza durante la quale Gabriele Bianchi, imputato per l’omicidio assieme al fratello Marco e altri tre, ha detto in aula di non avere colpito il giovane. La Corte d’Assise, contrariamente a quanto annunciato questa mattina in apertura di udienza, ha anticipato al 4 luglio e non più al 14 luglio, il giorno della sentenza.

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