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Texas, il marito della maestra uccisa nella strage della scuola elementare muore d'infarto per il dolore

Il marito di Irma Garcia, la maestra della scuola elementare di Uvalde, uccisa mentre faceva scudo col suo corpo ai piccoli allievi, è morto oggi d’infarto, due giorni dopo la strage che è costata la vita alla moglie e ad altri 19 bambini. Joe Garcia «è morto per il dolore», hanno detto membri della famiglia che ora si trova a dover organizzare, non uno, ma due funerali. Joe e Irma erano sposati da 24 anni e avevano quattro figli, il maggiore Cristian appena entrato nei Marines, la minore Alysandra ancora alle medie.

In mezzo Jose, alla Texas State University, e Lyliana, al penultimo anno di liceo, secondo la biografia che Irma aveva postato sul sito della scuola. A Uvalde, una cittadina di 15 mila abitanti, si conoscono tutti: Irma e Joe erano andati alla stessa high school e lì si erano innamorati. «Zia Irma era da trent'anni l’amore della sua vita, quest’anno avrebbero celebrato le nozze d’argento. Credo davvero che sia morto di cuore spezzato», ha detto Debra Austin, una cugina. Ad annunciare la morte di Joe è stato il nipote John Martinez su Twitter: «Pregate per noi. E Dio abbia pietà. Non è facile». Irma Garcia aveva 49 anni. Tre anni fa era stata finalista per il Trinity Prize for Excellence in Teaching assegnato dalla Trinity University ai migliori insegnanti dell’area di San Antonio. Una raccolta di fondi GoFundMe a sostegno della sua famiglia e per le spese del funerale ha raccolto oltre 170 mila dollari nelle prime 12 ore: «Ha sacrificato se stessa per proteggere i bambini della classe. Una vera eroina», si legge sulla pagina della donazione. Con la morte di Joe Garcia sale indirettamente il bilancio delle vittime della strage: Salvador Ramos, il diciottenne sparatore, ha ucciso a colpi di fucile automatico, oltre a Irma, la sua collega Eva Mireles e 19 bambini della quarta elementare di età compresa tra i nove e i dieci anni.

Polemiche sulla polizia

C'è un buco di quasi un’ora nella ricostruzione della sparatoria di Uvalde, in Texas, in cui sono stati uccisi 19 bambini di quarta elementare e due maestre. Mentre ancora non è chiaro come siano andati realmente i fatti in quei quaranta-sessanta minuti da quando Salvador Ramos ha fatto irruzione nella scuola a quando è stato abbattuto dagli agenti, di sicuro c'è la crescente polemica contro la polizia locale per non essere intervenuta più rapidamente mentre il killer chiuso in un’aula stava massacrando le sue vittime. A Uvalde ora la gente si chiede se addirittura non poteva essere fermato prima, quando è uscito dalla casa della nonna dopo averle sparato in faccia, o durante la corsa con il fuoristrada verso la Robb Elementary School, finita con l’auto schiantata in un fossato fuori dall’edificio.
«C'erano donne che gridavano ai poliziotti di entrare», ha raccontato a Bloomberg News Juan Carranza, 24 anni, che abita di fronte alla scuola e ha visto tutto dalla finestra di casa. Carranza ha seguito tutta la scena: ha visto Ramos arrivare come una furia, finire con la macchina nel fossato, prendere il fucile e sparare a due persone che si trovavano fuori. Javier Cazares è il padre di Jacklyn, una delle piccole vittime: appena ha saputo della sparatoria in corso si è precipitato a scuola e ha trovato la polizia radunata all’esterno. Infuriato, si stava organizzando con alcuni passanti per tentare di entrare: «Visto che gli agenti non stavano facendo nulla di quello che avrebbero dovuto, ci avremmo pensato noi. Loro non erano preparati». Il senatore del Texas, il repubblicano Ted Cruz, ha attaccato l’organizzazione: «Il killer ha avuto tutto il tempo di entrare a scuola, passando da una porta. Se ci fosse stato un servizio armato, lo avrebbero ucciso e non saremmo qui a piangere la vita di ventuno persone innocenti». Steven McCraw, direttore del dipartimento di Pubblica sicurezza del Texas, ha detto che sono passati «da quaranta minuti a un’ora» prima che gli agenti si trovassero di fronte al killer. Il protocollo di sicurezza non sarebbe stato rispettato.
Le linee guide stilate in tutti gli Stati Uniti dopo la strage al liceo Columbine, Colorado, nel 1999, istruiscono i poliziotti a puntare subito sullo sparatore, senza ritardi. McCraw ha detto che i poliziotti di Uvalde hanno salvato vite, ma resta il dubbio se un intervento più rapido avrebbe potuto evitare qualcuna delle ventuno morti.

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