Domenica 13 Ottobre 2024

Doppio femminicidio: la nuova compagna era già in auto col killer Zlatan Vasiljevic

 
 
 
 

Gabriela Serrano, la nuova fidanzata di Zlatan Vasiljevic, e seconda vittima della follia omicida del 42nne bosniaco, sarebbe stata già a bordo dell’auto con cui il killer ha raggiunto Schio per uccidere con 6-7 colpi di pistola l’ex moglie Lidia Miljkovic, 42 anni, madre dei suoi due figli. Uno degli elementi ancora da chiarire sul duplice femminicidio di Vicenza, riferisce la Procura del capoluogo berico, è infatti l’eventuale complicità di Serrano, venezuelana, nel piano omicida. La nuova compagna di Vasiljevic, madre anch’essa di due figli (uno minorenne), è stata uccisa più tardi, mentre i due erano in fuga, con un colpo di pistola alla testa, prima che il 42enne facesse fuoco con la stessa calibro 22 contro se stesso, sparandosi in bocca. Le indagini, spiega una nota del procuratore di Vicenza, Giorgio Bruno, dovranno appurare l'esatta cronologia dell’omicidio-suicidio: è possibile che l'uomo abbia fatto fuoco contro Serrano durante la fuga in macchina, prima di fermare e accostare la "Mazda" sulla tangenziale di Vicenza per togliersi infine la vita. Nella vettura c'erano un’altra pistola, anch’essa di piccolo calibro, e munizioni. Ma anche una seconda granata - un ordigno modello M52, di produzione slava - oltre a quella che Zlatan aveva lanciato per proteggersi la fuga. L’esplosione della bomba, lanciata verso la carreggiata dell’autostrada, che scorre parallela alla tangenziale, aveva danneggiato anche una vettura che transitava in quel momento sulla A4. Il conducente, non capendo subito l’origine di quel botto, aveva poi trovato la carrozzeria perforata dalle schegge. Vasiljevic, arrestato nel 2019 per maltrattamenti in famiglie e minacce, aveva finito di scontare nel febbraio 2021 le misure cautelari - divieto di avvicinamento alla ex moglie, e obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria - che i giudici di Vicenza avevano emesso a suo carico.

Il killer scriveva sui social: l'uomo non è fatto per le sconfitte

«L'uomo non è fatto per le sconfitte. Un uomo può essere distrutto, ma mai sconfitto». E con citazioni come queste - seppur colte, da Ernest Hemingway - che Slatan Vasiljevic, il bosniaco autore del duplice femminicidio di ieri a Vicenza, sfogava sui social la propria rabbia. Frasi allusive, spie della pericolosa personalità - "spesso un uomo soffre per alcuni anni, si calma, sopporta le punizioni più crudeli, e poi si abbatte su piccole cose, su qualche sciocchezza, quasi per niente», da Dostoevskij - scritte dal killer - riferisce il Gazzettino - sul proprio profilo Facebook nell’estate 2021. A nulla era servito anche un corso riabilitativo che il 42enne bosniaco aveva seguito in una comunità di recupero di Bassano (Vicenza). Un corso di sostegno per uomini violenti, che aveva rilasciato a Zlatan, dopo un percorso con psicologie e psicoanalisti, un attestato di partecipazione, e che, secondo quanto riferisce il Corriere del Veneto, gli aveva permesso di ottenere dei benefici rispetto alla pena scontata in carcere dopo l’arresto nel 2019 per i maltrattamenti all’ex moglie. Ma il carattere pericoloso di Zlatan era ben chiaro a chi aveva seguito le sue vicende giudiziarie. Nelle denunce di Lidia, l’ex moglie uccisa ieri a colpi di pistola, c'erano frasi inquietanti pronunciate da questi durante i violenti litigi in casa: «io ti uccido, ti cavo gli occhi».

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