Venerdì 03 Maggio 2024

Mafia: semilibertà per il killer di Graziella Campagna. Il fratello della vittima: "Uccisa ancora"

 
 
Pietro Campagna sulla tomba della sorella Graziella
Graziella Campagna
Pietro Campagna sulla tomba della sorella Graziella
Graziella Campagna da bambina con la famiglia

«Ancora una volta mi rendo conto che mi vergogno di essere italiano e ancora una volta hanno ucciso Graziella». E’ amareggiato Pietro Campagna, fratello di Graziella, vittima di mafia, uccisa barbaramente a 17 anni il 12 dicembre 1985 nei pressi di Forte Campone, vicino Messina, dopo la notizia della semilibertà concessa a Giovanni Sutera. Per l’omicidio è stato condannato all’ergastolo. Sutera, detenuto in Toscana, potrà uscire dal carcere per fare volontariato presso un’associazione e poi ritornare la sera in carcere. Una notizia inaccettabile per il fratello di Graziella: «Non si è mai pentito - dice ancora ad AGI Pietro Campagna, che ha prestato servizio a lungo come carabiniere - non ha collaborato con la giustizia non ha dato un contributo allo Stato, non ha mai detto la verità e non merita dei benefici, è una legge sbagliata. Andiamo nelle scuole a parlare di legalità, a parlare del caso di Graziella - prosegue - ma quando ci chiedono dove sono gli assassini di vostra sorella cosa possiamo rispondere». Per l’omicidio di Graziella Campagna sono stati condannati all’ergastolo Gerlando Alberti Jr e Giovanni Sutera che in quegli anni vivevano a Villafranca Tirrena sotto falso nome. Tutto per un’agendina che Graziella, che lavorava in una lavanderia, aveva trovato in una giacca. «Questo Stato facendo così spinge le persone a farsi giustizia da sé, non a rivolgersi alla legge. Se le persone si rendono conto che non è possibile ottenere giustizia si sentono impotenti. Non mi sento rappresentato da questo Stato». Continua Piero Campagna. «Non è la prima volta tra l’altro - prosegue Campagna- già nel 2018 la Procura generale di Firenze aveva rigettato l'istanza dell’avvocato della nostra famiglia e non aveva chiesto la revoca della liberazione condizionale concessa nel 2015 a Giovanni Sutera. In seguito eravamo riusciti a far togliere la libertà condizionale e a farlo tornare in carcere e ora gli concedono altri benefici. È una cosa gravissima».

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