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La rotta della droga dalla Calabria a Messina, così la 'ndrangheta riforniva le piazze. Colpo ai Nirta: 16 arresti

Fiumi di cocaina tra la Calabria e i Nebrodi. Un imponente traffico di droga all’ombra della 'ndrangheta sulla rotta Sicilia-Calabria. Nel corso della notte, i Carabinieri del Comando Provinciale di Messina hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione di misure cautelari nei confronti di 18 persone (di cui 13 in carcere, 3 agli arresti domiciliari e 2 all’obbligo di presentazione) per associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.

I NOMI

La misura della custodia in carcere è stata disposta per:

Paolo Nirta, Locri, 13 maggio 1977
Giuseppe Mazzeo, Messina, 24 giugno 1962
Carmelo Barile, Messina, 15 ottobre 1986
Maria Minutoli, Messina, 3 novembre 1964
Rosario Abate, Messina, 11 gennaio 1987
Graziano Castorino, Messina, 14 settembre 1974
Giuseppe Castorino, Messina, 24 agosto 1991
Savoca Maurizio, Messina, 1 luglio 1969
Gregorio Tassone, Serra San Bruno, 8 dicembre 1992
Francesco Leandro, Serra San Bruno, 7 luglio 2000
Gregorio Lucio Vaianella, Roma, 21 maggio 1999
Mirko Talamo, Catania, 21 dicembre 1987
Alessandro Talamo, Catania, 21 dicembre 1987

Ai domiciliari:

Francesco Nesci, Soriano Calabro, 24 settembre 2001
Gennaro Carmelo Conti, Tortorici, 14 giugno 1987
Giuseppe Costanzo Zammataro, Tortorici, 29 maggio 1977

Obbligo di firma:

Cettina Mazzeo, Messina, 11 gennaio 1997
Marika Trischitta, Messina, 12 novembre 1987

Il collaboratore di giustizia

L’indagine scaturisce dagli esiti di complesse e articolate indagini sviluppate dal Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Messina dal febbraio 2021, a seguito delle dichiarazioni di un collaboratore di giustizia, che ha parlato del coinvolgimento di uno dei principali odierni indagati quale promotore di una strutturata associazione finalizzata al traffico dello stupefacente operante principalmente nella zona sud della città di Messina. 

Nel dettaglio, dall’inchiesta è emersa l’esistenza di un gruppo criminale che aveva, di fatto, pressoché quasi interamente monopolizzato l’approvvigionamento, nella città di Messina, dello stupefacente del tipo cocaina, che poi veniva spacciato al dettaglio nella stesso capoluogo di provincia, ma anche nel comune di Tortorici, ove è stata accertata l’esistenza di un’autonoma piazza di spaccio gestita da alcuni degli indagati originari della cittadina nebroidea.

La famiglia Nirta: da Duisburg alla droga in Sicilia

La pericolosità del sodalizio criminale investigato e la sua elevata caratura criminale è stata dimostrata dalla circostanza che lo stesso si approvvigionava dello stupefacente - da immettere sulla piazza messinese - da un esponente di spicco della famiglia Nirta, ai vertici della ‘ndrangheta calabrese.

Nello specifico uno degli arrestati è figlio del boss 82enne  Giuseppe Nirta , detenuto all’ergastolo per le vicende della nota faida di San Luca, nonché fratello di Sebastiano Nirta, 51 anni e Francesco Nirta,  48 anni, entrambi detenuti all’ergastolo per il loro coinvolgimento nella strage di Duisburg, avvenuta in Germania il 15.08.2007 in cui vennero uccisi sei soggetti di origine calabrese, alcuni dei quali ritenuti esponenti della cosca rivale Pelle – Vottari.

A Vibo Valentia la rete dei corrieri

Il fornitore, a sua volta si avvaleva di un’articolata rete di corrieri, tutti residenti nella provincia di Vibo Valentia alcuni dei quali incensurati, che si occupavano della consegna dello stupefacente “a domicilio” fino alla città di Messina.

Particolarmente ingegnose erano le modalità di trasporto dello stupefacente dalla Calabria a Messina in quanto, per sfuggire a eventuali controlli agli “imbarcaderi” dei traghetti in arrivo a Messina, gli indagati utilizzavano autovetture modificate in alcune parti della carrozzeria, per ricavarne appositi nascondigli (doppi fondi) ove occultare la sostanza illecitamente trasportata. Inoltre, a dimostrazione dell’efficienza della compagine criminale investigata, è stato documentato come il fornitore calabrese avesse collaborato alla realizzazione del programma criminoso fornendo all’associazione messinese telefoni riservati alle comunicazioni dedicate all’attività illecita. Nel corso delle indagini sono state documentate varie forniture di sostanze stupefacente dalla Calabria alla Sicilia, con il rinvenimento e sequestro – in una circostanza quale riscontro dell’inchiesta – di 3 chilogrammi di cocaina, accertando come l’illecita attività di traffico di stupefacenti fosse florida e in grado di assicurare il continuo afflusso di sostanza sul mercato cittadino.

La cocaina fino a Tortorici

Oltre alla città di Messina, i vertici dell’associazione erano in grado di rifornire di stupefacente anche alcuni soggetti che operavano nella cittadina di Tortorici, con i quali avevano creato un canale privilegiato di fornitura. In particolare proprio a Tortorici ai Carabinieri era ben noto l’attivismo di alcuni pregiudicati del posto, anche per aver ricevuto numerose segnalazioni dalla cittadinanza di Tortorici. In particolare 4 giovani del posto avevano costituito in loco un ben organizzato commercio di stupefacenti, tanto da effettuare quasi settimanalmente richieste di approvvigionamento a Messina. I militari dell’Arma, nell’attesa di intervenire, hanno inteso rafforzare il quadro indiziario nei confronti degli indagati ed in particolare nei confronti di una coppia di fratelli di Tortorici, capaci di stabili interlocuzioni con l’organizzazione di Messina.

L’odierna indagine conferma i consolidati legami tra la criminalità messinese e quella calabrese nel sempre florido mercato degli stupefacenti, che esponenti della ‘ndrangheta sono in grado di far giungere sull’Isola attraverso lo stretto di Messina. L’operazione condotta dai Carabinieri a alle prime luci dell’alba della mattinata odierna, ha impegnato oltre 120 militari del Comando Provinciale CC di Messina, impiegati anche nelle provincie di Reggio Calabria e Vibo Valentia.

 

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