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Travolto da un'autocisterna alla fermata del bus, muore 21enne

Un 21enne somalo, Mustafe Hamed Abdi, è stato travolto e ucciso da un’autocisterna nella zona degli Archi ad Ancona. Secondo una prima ricostruzione, verso le 11, il giovane, richiedente asilo, era fermo di fianco alla fermata dell’autobus in via Marconi quando sarebbe stato agganciato e trascinato per alcuni metri da un’autocisterna in transito.

Un 21enne somalo, Mustafe Hamed Abdi, è stato travolto e ucciso da un’autocisterna nella zona degli Archi ad Ancona. Secondo una prima ricostruzione, verso le 11, il giovane, richiedente asilo, era fermo di fianco alla fermata dell’autobus in via Marconi quando sarebbe stato agganciato e trascinato per alcuni metri da un’autocisterna in transito. Il conducente non si è accorto di quanto accaduto e ha sentito solo un forte rumore. Sul posto la Polizia municipale e i sanitari del 118 ma il ragazzo è deceduto per le gravi ferite riportate in particolare ad una gamba.

"Via dalla Somalia per non morire di fame"

«In Somalia non c'è lavoro, non ci sono medici, lì morirei di fame per questo ho fatto il sacrificio di venire in Italia». Cercava una vita migliore, per non soffrire la fame, Mustafe Hamed Abdi, il somalo di 23 anni morto investito da una autocisterna, questa mattina in via Marconi ad Ancona. La sua condizione l’aveva spiegata durante un’audizione, appena sei giorni fa (era il primo agosto) in Prefettura ad Ancona, convocata in seguito alla sua richiesta alla Commissione territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale. Vi era arrivato senza documenti: «mi è stato rubato tutto, anche il permesso di soggiorno». Nato a Porame, nella regione di Somaliland, non aveva frequentato scuole e fino a quando era rimasto in Somalia faceva le pulizie in un albergo. Di fede islamica, aveva riferito in Prefettura, aveva lasciato il suo paese nel 2017, arrivando prima in Libia e poi in Italia dove viveva da due anni e tre mesi.

Prima di arrivare ad Ancona, dove viveva per strada da circa tre mesi, era vissuto a Grottammare (Ascoli Piceno) con persone che lo avevano aiutato. «Poi mi hanno detto che non potevo più stare lì», aveva riferito agli operatori della Prefettura. Mustafe è uno degli stranieri, molti sono richiedenti asilo, che ogni giorno affollano l’ingresso della Questura di Ancona, in via Gervasoni, e di notte alcuni dormono nel parco pubblico limitrofo. In Italia il 23enne aveva lavorato, in precedenza, per una ventina di giorni alla raccolta di uva. Per un periodo, appena arrivato in Italia, era stato in un centro di accoglienza dove aveva frequentato per qualche giorno anche dei corsi di formazione. All’ufficio della prefettura aveva dichiarato anche di avere di problemi di salute e di avere bisogno di cure: questo disturbo «mi dà febbre», aveva aggiunto senza riuscire a specificare di quale malattia soffrisse: avendo perso i documenti, non era in grado di fornire il certificato della struttura sanitaria che lo aveva curato.

La sindaca di Ancona: "Dolore profondo"

La sindaca di Ancona Valeria Mancinelli è intervenuta sulla morte del somalo di 23 anni, investito questa mattina in via Marconi, ad Ancona, da una autocisterna, e deceduto a causa dei gravissimi traumi riportati. «La tragedia ci lascia attoniti - scrive Mancinelli in un post sulla sua pagina Facebook - sulla dinamica dell’incidente stradale sta lavorando chi deve. Come sindaco e a nome della città di Ancona esprimo un dolore profondo per la giovane vittima, la cui vita in un attimo è stata spezzata via».

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