La Corte europea dei diritti umani di Strasburgo ha rigettato il ricorso presentato da Francesco Schettino, contro la condanna a 16 anni di reclusione per il naufragio della Costa Concordia, costato la vita a 32 persone. «La Corte giudica, alla luce dell’insieme degli elementi in possesso, che i fatti denunciati non rivelano alcuna apparente violazione di diritti e libertà», sottolinea la corte di Strasburgo.
Il provvedimento, come riporta oggi La Nazione, è stato recapitato all’avvocato Saverio Senese, che da anni segue le vicende giudiziarie del comandante, all’inizio di luglio scorso, dopo che lo stesso legale un mese prima aveva sollecitato notizie sul ricorso presentato il 12 gennaio del 2018. Poco più di tre mesi dopo essersi visto respingere dalla corte di appello di Genova, la richiesta di revisione del processo italiano, arriva la bocciatura europea da parte del giudice Alena Polackova. Ma ci sarebbe un piccolo giallo sulla sentenza di Strasburgo. La decisione, secondo quanto riportato nel testo, risalirebbe al 13 gennaio scorso: mentre in Italia e all’Isola del Giglio si celebrava la ricorrenza del decimo anniversario del tragico naufragio, a Strasburgo il giudice Polackova decideva che i diritti umani di Schettino erano stati rispettati. Peccato però che la sentenza non sia mai stata recapitata al diretto interessato se non a luglio. E solo dopo un sollecito. «Vogliate comunicare - scrive l’avvocato Senese nella recente richiesta di spiegazione alla Corte europea - gli estremi della raccomandata e le generalità di chi l’avrebbe ritirata, per conto e in nome del sottoscritto, visto che io non ho ricevuto alcuna missiva del 20 gennaio 2022». Il legale annuncia, nella stessa lettera, che vuole esporre il caso alla procura della Repubblica competente affinché verifichi chi abbia ritirato il provvedimento di Strasburgo.
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