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Tutte le vittime della tragedia nelle Marche, l'ultimo corpo è della 17enne Noemi

Vite spazzate via in pochi istanti. Un fiume di fango e detriti. Un’ondata improvvisa e violenta da cui ha cercato di salvare il proprio figlio Silvia Mereu, farmacista di 40 anni. La donna ha preso in braccio Mattia, 8 anni, stringendolo al petto dopo essere uscita dall’auto travolta dalla forza dell’acqua: lei è stata soccorsa, a circa un chilometro di distanza ma del piccolo al momento non c'è nessuna traccia e non c'è soccorritore che non stia dando l'anima per trovarlo.

E’ la storia simbolo dell’alluvione che ha colpito le Marche, un dramma che inizia nella tarda serata di giovedì nella zona tra Castelleone di Suasa a Arcevia. Tutto si consuma in pochissimo tempo. «È stato come il cedimento di una diga», ha detto il sindaco di Barbara, frazione di Senigallia, Riccardo Pasqualini. Un rumore sordo e poi l’ondata. La madre del piccolo ha intuito che qualcosa di drammatico stava per avvenire, ha stretto a sé Mattia ed è balzata fuori dall’automobile ma la violenza dell’acqua ha avuto la meglio e la donna ha visto scomparire il figlio, inghiottito dal fiume.

Il dramma di Mattia si è consumato non lontano dalla villetta dove viveva Erina, 75 anni, rimasta uccisa dalla furia dell’acqua. All’arrivo dell’onda in casa erano presenti il marito, la compagna del figlio e la nipotina. I tre sono riusciti a mettersi in salvo salendo al secondo piano mentre la donna si è attardata nel tentativo di chiudere una finestra, una scelta che le è stata fatale. «Ho sentito urlare Erina - racconta la nuora - Con il mio suocero e mia figlia, abbiamo detto 'andiamo subito di soprà. Il nonno è tornato indietro a prendere Erina ma lei è andata a chiudere le finestre. "Lascia stare, andiamo su", le ho detto ma in quel momento era arrivata l’acqua fino a qui. E' successo in poco tempo. Erina stava tornando da me, l’acqua che entrava l’ha travolta». Sempre a Barbara un nucleo familiare è stato raggiunto dalla piena mentre stava tentando di mettersi in salvo a bordo di due auto. Brunella Chiù, 56anni, la figlia Noemi Bartolucci di 17anni sono state travolte dall’acqua mentre il fratello della minorenne, Simone Bartolucci di 23 anni, è riuscito miracolosamente a salvarsi rimanendo aggrappato per circa due ore ad una grossa pianta, dopo essere stato trascinato dalla corrente per metri. «L'acqua me le ha portate via davanti agli occhi» dice disperato il ragazzo. La madre è ancora dispersa, la figlia è stata identificata.

Tra le vite spezzate anche quelle di tre uomini di Pianello di Ostra. Andrea Tisba, 25 anni, il padre Giuseppe, 60 e il 52enne Diego Chiappetti, che sono morte per mettere in «salvo» le auto che si trovavano nei garage. Una decisione dettata forse dall’incoscienza o semplicemente dall’avere sottostimato il rischio. I tre vivevano nello stesso palazzo. «Li sotto - raccontano alcuni testimoni - sono stati sorpresi da acqua e fango». La quarta vittima di Pianello, l’ottantenne Ferdinando Olivi, sarebbe morta perché non ha voluto lasciare la propria abitazione. «Mio zio - racconta il nipote cinquantenne - è morto forse perché ha sottovalutato il pericolo: non ha voluto lasciare la propria casa ed è rimasto intrappolato». Intrappolata nel garage, dove è morta annegata, anche Maria Luisa Sereni di 80 anni nella frazione di Trecastelli. La salma di un’altra vittima, Mohamed Enaji di 42 anni, che risiedeva a Castelleone di Suasa, è stata trasferita all’ospedale di Ancona. E' morto annegato anche lui come Gino Petrolati, un 89enne che è stato travolto dall’onda di piena a Bettolelle, una frazione di Senigallia. Era in auto e per lui non c'è stato scampo. Se quello che resta da identificare è il corpo della diciassettenne, mancano dunque all’appello sua madre Brunella e il piccolo Mattia. Nelle prossime ore proseguiranno le loro ricerche e non si fermeranno fin quando non li avranno trovati, per restituire ai familiari i corpi strappati via dal fango.

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