Crollo colposo di edificio. E' questa l’ipotesi di reato su cui al momento indaga la Procura di Cagliari per i fatti accaduti la scorsa notte, quando la palazzina che ospita la Facoltà di Lingue dell’Università del capoluogo è collassata. Solo in un secondo tempo, quando arriverrano gli esiti di tutte le verifiche in atto, il magistrato titolare dell’inchiesta, Giangiacomo Pilia, deciderà se aggravare le contestazione, per ora a carico di ignoti, ipotizzando anche il reato di disastro colpo. Nel frattempo è scattato il sequestro di tutto il polo umanistico tra via Is Mirrionis e via Trentino.
Intanto, è stata messa in sicurezza l’area interessata dal crollo della palazzina che ospita la Facoltà di Lingue dell’Università di Cagliari, all’interno del complesso di Sa Duchessa, tra via Is Mirrionis e via Trentino. Con l'università chiusa, in queste ore tutti gli edifici che si trovano del complesso verranno ispezionati. Nella notte i vigili del fuoco, con l’aiuto dei cani e dei droni, oltre alle verifiche sul posto, non hanno trovato tracce che potessero far pensare alla presenza di qualcuno rimasto sotto le macerie.
Anche questa mattina sono in corso «verifiche tecniche nelle strutture adiacenti e le operazioni di messa in sicurezza dell’area». E’ quanto fanno sapere i vigili del fuoco al lavoro dalla notte, con squadre USAR (Urban Search And Rescue) e cinofili, dopo il crollo dell’edificio che ospitava l’Aula magna dell’ex facoltà di Geologia dell’Università di Cagliari. E’ stata esclusa la presenza di persone coinvolte nel crollo dello stabile in via Trentino.
Oltre 200 studenti si sono radunati questa mattina davanti alla sede storica dell’Università di Cagliari, a Castello, per presidio davanti al Rettorato per chiedere spiegazioni sul crollo dell’edificio al Magistero di via Trentino ieri notte. "Mobilitazione inevitabile - spiega all’ANSA Davide Piacenza, studente dell’associazione «CercasiDsu» (diritto allo studio) -. Il corso di studi di lingue era stato spostato un mese fa presso quegli edifici. Centinaia di persone si sono radunate per chiedere spiegazioni riguardo l’accaduto e per protestare contro la precarietà delle strutture, non può essere considerato un fulmine a ciel sereno, gli studenti e le studentesse da anni studiano in edifici vecchi e maltenuti, è impensabile pensare di andare a lezione e rischiare la vita».
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