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Roma, ai funerali del 18enne Valdiserri lo striscione giallorosso "Ciao Francesco"

All’ingresso della chiesa dove si celebrano i funerali del giovanissimo Francesco Valdiserri, il 18enne travolto e ucciso da un’auto mentre camminava sul marciapiede, un lungo striscione giallorosso, i colori della Roma, e la scritta «Ciao Francesco». Nella chiesa di Santa Maria Liberatrice sono in tanti a dare l’ultimo saluto al giovane travolto da una macchina guidata da una ragazza di poco più grande lanciata sulla Cristoforo Colombo la notte tra mercoledì e giovedì. I suoi amici della band Origami Smile, tantissimi studenti del liceo Socrate, i colleghi dei suoi genitori giornalisti del Corriere della Sera, e tanti politici.

Tra i primi ad arrivare il segretario del Pd, Enrico Letta, poi il presidente del Senato, Ignazio La Russa, poi esponenti del governo, che poco prima avevano giurato al Quirinale, la ministra dell’Università Anna Maria Bernini, il ministro degli Esteri e vice premier Antonio Tajani, e poco prima dell’inizio delle celebrazioni la premier Giorgia Meloni. "Figlio adorato, un fratello allegro, un ragazzo felice e buono a cui piacevano la musica e il canto», lo ha ricordato il parroco della chiesa di Santa Maria Liberatrice a Testaccio, che poco prima aveva celebrato le esequie di una persona anziana, di 88 anni, settant'anni di vita in più. Allora la domanda: «Perché hai permesso questa morte tragica?», ha chiesto il sacerdote. E la risposta della religione: «In questo momento il cuore è turbato, ma fidiamoci della parola di Dio. Francesco è paradiso.

Da Meloni a Letta, l'omaggio delle istituzioni

Il presidente del Senato, Ignazio La Russa. Il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Il segretario Pd, Enrico Letta. E poi una folta pattuglia di ministri, da Antonio Tajani ad Annamaria Bernini e Francesco Lollobrigida. E’ numerosa e di primo livello la presenza di esponenti istituzionali e politici ai funerali di Francesco Valdiserri. Una piazza muta, a Testaccio, avvolge con dolore e affetto la famiglia del giovane travolto due giorni fa dall’auto di una giovane, finita sul marciapiede dove si trovava il giovane, figlio di due firme di punta del Corriere della Sera.

La 23enne non ricorda il momento dell'impatto

«Io non ricordo nulla, non ho visto quei due ragazzi e non so come ho fatto ad arrivare sul quel marciapiede con la macchina». Davanti al gip di Roma, Chiara Silvestri, 23 anni, ha raccontato la sua versione del drammatico incidente costato la vita a Francesco Valdiserri, travolto dall’auto guidata dalla giovane la notte tra il 19 e il 20 ottobre scorso in via Cristoforo Colombo a Roma. Un interrogatorio durante il quale la ventenne, in base a quanto si apprende, si è dovuta fermare più volte sopraffatta dalle lacrime, ancora sconvolta. «Tutto si è consumato in un attimo: ero in auto con un mio amico - ha detto la ragazza -. Stavamo scherzando, eravamo tranquilli: non pensavo potesse accadere una cosa del genere».

La giovane, inoltre, avrebbe negato che l’auto prima del tragico impatto abbia sbandato verso sinistra prima di proseguire sul lato opposto e travolgere sul marciapiede Valdiserri che era in compagnia di un suo amico, quest’ultimo rimasto miracolosamente illeso. Il gip, dopo una breve camera di consiglio, ha confermato per lei gli arresti domiciliari per l’accusa di omicidio stradale aggravato dalla guida in stato di ebrezza. Un capo di imputazione che potrebbe ulteriormente aggravarsi alla luce delle perizie disposte dal pm Erminio Amelio, titolare del fascicolo di indagine. In primo luogo gli inquirenti voglio capire se prima dello schianto la ragazza stesse utilizzando il cellulare: verranno effettuate analisi sul telefono e soprattutto verranno passati al setaccio i tabulati. Altro aspetto determinati per l’accusa è accertare la velocità a cui andava l’auto, una Suzuky Swift. Il mezzo è attualmente sotto sequestro e gli inquirenti disporranno anche verifiche sullo stato di degrado dei pneumatici. Se dovesse essere accertato che la Suzuki viaggiava ad una velocità superiore ai 70 km/h, per l'indagata scatterà una ulteriore accusa che porterebbe la condanna ad un massimo di 15 anni carcere. Inoltre il giovane in auto con Chiara Silvestri avrebbe detto di un suo tentativo di evitare lo schianto e fermare la folle corsa dell’auto. Nel fascicolo di indagine potrebbe finire anche la vicenda che risale al 2019, quando a Silvestri venne sospesa la patente perché trovata in stato di alterazione legata alla assunzione di alcolici.

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