Sono 35 i migranti i naufraghi che restano a bordo della "Humanity 1" attraccata al porto di Catania poco prima della mezzanotte di ieri. Si tratta di uomini adulti, senza problemi medici come riferisce la stessa Ong Sos Humanity. «Non ci è stato chiesto di partire, noi restiamo nel porto e abbiamo intenzione di sbarcare anche gli altri 35 naufraghi ancora a bordo» spiega ancora la ong Sos Humanity, che con la nave Humanity 1 si trova nel porto di Catania, dove la scorsa notte sono stato fatti sbarcare 144 dei 179 naufraghi a bordo dopo un’ispezione delle autorità italiane.
Intanto all'ora di pranzi un doppio applauso è partito dai passeggeri rimasti a bordo dell’Humanity 1 e alcuni persone si abbracciano sul molo 25 del porto di Catania. Tra i presenti si avanza l’ipotesi: 'Li fanno scendere?' A chiarire l’accaduto è Pierpaolo Montalto, esponente di Sinistra italiana: «Ho battuto il pugno sul cuore mentre ero vicino alla nave e loro hanno applaudito, sono persone - aggiunge commosso - con un cuore grande. Devono farli scendere tutti»
Notte di protesta
La nave Humanity 1 della ong Sos Humanity è attraccata ieri sera al porto etneo. Dopo una ispezione da parte delle autorità italiane, in prima battuta, ai sensi del decreto che sancisce il solo sbarco delle persone fragili, erano stati fatti uscire tre ragazze minorenni e un bambino di 7 mesi, mentre sul molo una trentina di attivisti chiedevano lo sbarco di tutti i naufraghi. Secondo la ong, a bordo c'erano infatti oltre cento minori. «Lasciare il porto di Catania se non dovessero sbarcare tutti i migranti che sono a bordo della nave sarebbe illegale, perché sono tutti profughi», aveva detto Petra Krischok, portavoce di Sos Humanity, parlando con i giornalisti sul molo. Poco distante dalla nave, dietro uno striscione dalla scritta #portiaperti, una trentina di attivisti ha protestato protestando allo slogan di «tutti liberi e tutte libere», chiedendo lo sbarco immediato di tutti i naufraghi. Secondo quanto prevede il nuovo decreto, durante l’ispezione andranno individuati persone fragili, donne e bambini: gli unici - secondo il provvedimento - che hanno i requisiti per sbarcare.
La linea del Viminale
Dal Viminale ribadiscono la linea adottata: «Le persone che hanno i requisiti possono sbarcare», ma «gli altri devono tornare fuori dalle acque territoriali». Posizione rimarcata dal ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, che, da Milano, sottolinea che l'Italia si fa «carico di ciò che presenta problemi di ordine assistenziale e umanitario», ma, spiega, «senza derogare al fatto che gli obblighi di presa in carico competono allo Stato di bandiera» e «senza venire meno agli obblighi umanitari su cui non faremo mai marcia indietro». Una posizione, questa del governo, che, secondo Piantedosi ha portato a fare «registrare qualche apertura alla discussione» in Europa. «Non voglio dire che sarà accettato domattina dai nostri partner», precisa il ministro, però ieri «si è registrata una discussione che noi volevamo riattivare».
Tajani rincara la dose
Al vertice dei ministri degli esteri dei Paesi Ue del 14 novembre «andrò a dire una cosa molto chiara: che serve un patto a livello europeo per la gestione degli sbarchi e delle rotte dei migranti. Non solo quelle che insistono sul Mediterraneo, ma anche quelle dei Balcani e dell’Est Europa che interessano, oltre all’Italia, anche stati membri come la Germania ed altri». Così - in un’intervista al Messaggero - il ministro degli Esteri e vicepremier, Antonio Tajani, che conferma la linea dura sulle Ong e chiama in causa la magistratura. "Gli Stati - sottolinea Tajani - devono farsi carico delle navi che portano la loro bandiera», ma non è un problema di singoli Paesi, ma di «rispetto delle regole generali». «Siamo d’accordo - afferma - con il ministro dell’Interno Piantedosi: la priorità è accogliere i fragili, i malati, le donne, i bambini, le donne incinte. Non possiamo trasformare il Mediterraneo in un cimitero ma noi dobbiamo sapere chi c'è a bordo, da dove vengono, dove sono stati presi». «La responsabilità - prosegue - è dei comandanti, sono loro a dover rispettare le regole. Non possiamo agire sugli Stati, ma su di loro sì. Come? Beh, con l’intervento della magistratura laddove si configurasse un reato in acque italiane». Gli viene chiesto delle manifestazioni per la pace, a quale si sentisse più vicino: «A nessuna delle due - risponde Tajani - . Sono manifestazioni di partito, tanto è vero che ognuno si è fatto la sua. Chi a Roma, chi a Milano. Per ottenere la pace bisogna lavorare a livello di diplomazie internazionali. E come diceva Giovanni Paolo II non c'è pace senza giustizia. E la giustizia è l’indipendenza dell’Ucraina».
Voci contrarie
Contesta la posizione del governo anche Aboubakar Soumahoro, deputato della Camera di Verdi e Sinistra italiana che è salito a bordo della nave e ha organizzato una conferenza stampa davanti al porto di Catania: «Un naufrago si è sentito male e non c'è neanche un’ambulanza sul posto. Presidente Giorgia Meloni lei ha la responsabilità di ogni vita attualmente sospesa sulla nave di Sos Hhumanity al porto di Catania. Non potete piegare la vita di esseri umani a convenienze di Palazzo. Respingere illegalmente 40 persone sfinite e con le lacrime agli occhi, negare il diritto a decine di naufraghi è illegale ed è disumano. Questo non è difendere i confini italiani e non migliora la vita di chi vive in Italia. Questo è disumanità e noi resisteremo» ha affermato il parlamentare Aboubakar Soumahoro, salito sulla nave Humanity 1, in seguito a un malore di uno dei profughi e la decisione di non far scendere alcune decine di migranti - in quanto ritenute in buona salute - dei 179 approdati ieri sulla nave della ong tedesca Sos Humanity. «Sono otto ore con le vite sospese, otto ore di disumanità, otto ore senza cuore, di persone che hahnno affrontato freddo, traumi, un calvario. Presidente Meloni, lei ha giurato sulla costituzione italiana. Non può piegare la nostra carta costituzionale per dei giochi di potere che rispondono a una deriva non umana», ha concluso. «Il carico residuale e lo sbarco selettivo. Linguaggio inaccettabile per scelte a Catania ancor più inaccettabili, contrarie ai principi di umanità e alle regole internazionali. #Humanity1» scrive, invece, il segretario del Pd, Enrico Letta, su Twitter. «Il governo deve rispondere di una gestione inaccettabile. In queste ore a Catania non si stanno seguendo le regole internazionali e nazionali, si sta agendo con procedure che non hanno precedenti nè giustificazione e che sono gravemente lesive dei diritti di persone che hanno la sola "colpa» di essere scappate dall"inferno». Lo dichiara la capogruppo Pd alla Camera Debora Serracchiani che chiede al ministro Piantedosi di venire in Aula alla Camera a riferire sulle scelte fatte a Catania. «Scelte che sembrano illegittime, in violazione del diritto internazionale e inaccettabili dal punto di vista umanitario». "Da Piantedosi, come alto funzionario dello Stato, ci si aspettava autonomia ed equilibrio. Invece la vicenda di #Humanity1 dimostra che specula sulle vite dei migranti come il peggior Salvini faceva dal Papeete. Che vergogna". Così anche il deputato del Pd Alessandro Zan. "Siamo ancora qui dopo una lunga notte. Ci sono ancora 25 ragazzi pakistani che "siccome stanno bene" secondo le nuove direttive del Governo dovrebbero ripartire con la nave per essere eventualmente identificati nel paese associato alla bandiera della nave Ong. Ma la nave ha attraccato e secondo le vigenti regole internazionale gli stranieri vanno fatti scendere per essere identificati e valutarne eleggibilità asilo. Intorno alle 7 siamo saliti sulla nave con l’onorevole Soumahoro perché un ragazzo è collassato e si è ripreso dopo lungo massaggio cardiaco. Abbiamo chiamato un’ambulanza perché vi erano molte auto polizia e carabinieri ma nessuna ambulanza. Dopo venti minuti il ragazzo è stato trasportato in ospedale. Ci guardano, piangono. Ci dicono che possono scendere perché stanno bene, anche se in realtà sono esausti. Non hanno capito la logica perversa della direttiva del Governo. E noi non riusciamo a spiegargliela. Il comandante aspetta. Ma di certo non ripartirà" scrive su Facebook il senatore del Pd Antonio Nicita che è salito a bordo della Humanity 1 ancorata al porto di Catania. Nicola Fratoianni, parla di «straziante e cinico gioco sulla pelle dei naufraghi da parte del titolare del Viminale». Per il segretario della Cgil, Maurizio Landini, «è inaccettabile che non si aiutino le persone che stanno sulle navi dove ci stanno anche tanti bambini». «Forte preoccupazione» è espressa dalla Comunità di Sant'Egidio: «da prefettura, ong coinvolte e autorità marittime - afferma il presidente Emiliano Abramo - ci dicono che ancora non è arrivata nessuna autorizzazione allo sbarco" Le quattro navi delle ong continuano a chiedere un porto sicuro: "a dieci giorni dal primo soccorso è inaccettabile l’attesa a cui sono sottoposti i profughi a bordo", dice Candida Lobes, responsabile comunicazione Msf che gestisce la Geo Barents, su cui si trovano 572 persone. «Abbiamo razionato l’acqua e stiamo finendo le scorte alimentari - aggiunge - e in questa situazione non possiamo farci carico anche della gestione delle richieste d’asilo, che non è di nostra competenza». Oltre alla nave di Medici senza frontiere ci sono quelle di due altre ong in costante movimento davanti la costa del Catanese: le tedesche Humanity 1, con 179 persone, e Rise Above, con 90. Continua a restare fuori dalle acque territoriali italiane, rimanendo però vicino al suo 'confinè, la norvegese Ocean Viking, che ha soccorso 234 migranti. Intanto due navi, non di ong, con a bordo, complessivamente, 147 migranti e due cadaveri, sono arrivate nel porto di Augusta, nel Siracusano. Sono la Jean Francois Deniau, dell’assetto Frontex, che ha soccorso 88 persone, e la petroliera Zagara che, in due operazioni, ha messo in salvo 59 migranti, recuperando anche due corpi. Ancora uno sbarco a Roccella Ionica, dove sono arrivati 81 migranti. Il senatore Nicola Irto, del Pd, parla di «propaganda della destra» che «sta costruendo una realtà parallela e prova ne è quanto sta avvenendo in questi giorni in Calabria» dove "stanno arrivando autonomamente centinaia di migranti».
Il vertice in Francia
La Francia metterà a punto martedì, in una riunione del suo ministero degli Interni, le modalità per l'accoglienza dei migranti sbarcati in Italia. Lo precisano fonti dello stesso ministero d’oltralpe confermando la disponibilità manifestata venerdì scorso dal ministro Gerald Darmanin ad accogliere 'una parte dei migranti, delle donne e dei bambini, affinché l’Italia non si debba prendere carico da sola del fardello di questo arrivò. Secondo la stessa fonte, il via libera al trasferimento arriverà dopo un sopralluogo in Italia dei responsabili dell’immigrazione francese che effettueranno colloqui coi migranti da accogliere.