Nel gergo usato dai narcotrafficanti era stato identificato come "Rambo". Il riferimento è a Rosario D'Onofrio, ex procuratore degli arbitri arrestato ieri.
D'Onofrio era entrato nell'associazione italiana arbitri nel 2013, ma evidentemente la sua "doppia vita" è rimasta negli anni sconosciuta ai più. Era ufficiale medico, ma si era scoperto che non aveva mai conseguito la laurea in medicina. L'accusa che gli viene mossa è di essere stato sostanzialmente un corriere della droga nell'inchiesta sulla droga importata dalla Spagna alla Lombardia che ha portato a 42 misure cautelari.
D'Onofrio entra nell'Aia quando presidente degli arbitri è Marcello Nicchi, ma è con la presidenza di Alfredo Trentalange che ottiene la nomina a procuratore nazionale: il suo ruolo sarebbe quello di redigere delle indagini su eventuali irregolarità degli arbitri. Partito da Cinisello Balsamo, D'Onofrio però avrebbe mantenuto questo doppio ruolo. Nell'ambiente del narcotraffico era lui a fornire armi e sostegno anche logistico ad un'organizzazione dedita appunto agli affari della droga.
Intercettato durante il lockdown
E i movimenti di D'Onofrio vengono intercettati ad esempio il 30 marzo del 2020, quando l'Italia vive la prima delicata fase del lockdown. L'ex procuratore viene intercettato mentre consegna 35 chili di droga a Milano. Poi si sposta nell'hinterland milanese e a colloquio con un conoscente viene captata la seguente conversazione: "Veramente vestito da militare!", dice stupito l’uomo a D’Onofrio che risponde: "Se una cosa la devi fare, la devi fare fatta bene". Il procuratore capo degli arbitri si sarebbe fatto prestare la tuta militare da un collega dell’Esercito, visto che la sua non l’aveva più dopo essere stato sospeso per questioni disciplinari.
Il ruolo di D'Onofrio
Come detto, cruciale il ruolo di D'Onofrio nella logistica. Era lui infatti a "organizzare la parte logistica delle importazioni di stupefacente – si legge nell'ordinanza – e a reperire i luoghi ove poter effettuare lo scarico in sicurezza dei bancali all’interno dei quali era contenuto lo stupefacente".
D'Onofrio godeva della massima fiducia nell'ambiente criminale ed era visto come un uomo sul quale poter contare. Ad esempio, Daniele Giannetto, anche lui agli arresti, ne aveva un’altissima considerazione: "Era in gamba di brutto… sapeva cosa faceva", diceva dopo il 21 maggio 2020, data in cui D’Onofrio era stato già arrestato dalla Guardia di Finanza dopèo essere stato beccato con 40 kg di marijuana nei pressi di Linate.
"Dice che se lo prende lo tortura con la corrente – emerge da una chat con D’Onofrio a proposito di un pestaggio – tanto prima o poi lo prendiamo… Dovevo ammazzarlo quel giorno… Invece mi sono fatto prendere dal spiacere… stava morendo… mi ha detto Rambo che solo per te si è fermato". Ed è proprio "Rambo" D’Onofrio a chiamare poco dopo per confermare: "Ma tu non puoi immaginare quante gliene ho date".
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