Il loro corpo trafitto dalla lama in più punti, con il killer che colpiva ripetutamente. Giandavide De Pau ha inferto decine di coltellate alle tre donne che ha ucciso, colpite in varie parti, tra cui il collo, la schiena e la testa. Dalle tre distinte autopsie emerge in tutto il suo orrore l’accanimento dell’ex autista del boss di camorra Michele Senese sulle sue vittime la mattina del 17 novembre scorso a Roma.
E quei femminicidi, secondo quanto tentano di dimostrare gli inquirenti, potrebbero essere stati pianificati. Restano ancora diversi punti da chiarire sul triplice omicidio di prostitute avvenuto nell’arco di circa una ora in due appartamenti di Prati, a due passi da piazzale Clodio, così come resta da accertare se l’arma usata sia la stessa. Molti aspetti portano a supporre che l’azione di morte del 51enne sia stata per certi versi premeditata. A consolidare questa ipotesi ci sono i video trovati sul suo cellulare che raccontano dei primi due omicidi, che potrebbero anche far ipotizzare l'intenzione, da parte del killer, di rivendere quelle immagini su canai illegali come il dark web. Le tante testimonianze raccolte nelle ore successive ai fatti ma anche altri tasselli portano comunque alla pista della premeditazione: le foto delle telecamere di sicurezza allegate all’ordinanza di custodia cautelare emessa ieri dal gip, mostrano De Pau completamente travisato prima di entrare in via Riboty, teatro del primo duplice omicidio.
Una «uniforme» scelta dall’uomo forse per non farsi riconoscere e non essere identificato, con De Pau che entra in un bar di fronte al palazzo della via a poca distanza dal tribunale, con la mascherina, cappuccio calato e tuta. Le indagini potrebbero però allargarsi ulteriormente, soprattutto dopo la comparazione del dna di De Pau con i reperti di altre scene del crimine di omicidi passati. E’ per questo che gli inquirenti stanno indagando su tre cold case: delitti di prostitute che ricevevano in casa. Nel febbraio 2010 in via Pietro Rovetti, a Torpignattara, fu trovato il corpo di una donna cinese che aveva 30 anni, strangolata.
Nel novembre 2009 in via Squillace, vicino Capannelle, una 55enne fu massacrata con un tubo di ferro. Si indaga anche sulla morte di una ragazza nigeriana, della quale non è mai stata possibile l'identificazione, uccisa con diverse coltellate nell’ottobre del 2012 su via Aurelia e poi gettata in una discarica. Dal canto suo il difensore dell’indagato, dopo la decisione del gip, potrebbe presentare ricorso al Riesame. Sullo sfondo resta la questione legata alla 'figurà psichiatrica del 51enne che da tempo seguiva una terapia presso un Sert. Una partita, quella di una eventuale perizia, che però si aprirà solo successivamente anche se per il gip «contrariamente a quanto sostenuto da De Pau» nel corso dell’interrogatorio in Questura in cui parlò di blackout e di non ricordare nulla, tutti i dati raccolti «fanno presumere che fosse pienamente consapevole dei gravissimi fatti da lui commessi ai danni delle tre donne».
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